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Elezioni politiche 2018

Gentiloni: “Sarà il voto più importante degli ultimi 25 anni, la sfida è contro i populismi”

Secondo il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni il voto di domenica sarà il più importante degli ultimi 25 anni. Elezioni in cui la vera competizione è contro i populismi: “Quello dei Cinque Stelle e quello che si è insediato nel centrodestra”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nell’ultimo giorno di campagna elettorale il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, intervistato dal Corriere della Sera, parla del voto di domenica, definendolo il più importante degli ultimi 25 anni e sostenendo che la vera competizione sia contro i populismi, “quello dei Cinque Stelle e quello che si è insediato nel centrodestra, una anomalia in cui convivono il Ppe e gli estremisti di destra”. L’augurio di Gentiloni è che questa sfida al populismo venga colta anche dalle classi dirigenti: “Mi sembra che si stia andando tra il disinteresse il cinismo alle elezioni più importanti degli ultimi 25 anni, come se il voto fosse una gara di nuoto sincronizzato da guardare con distacco, tanto poi i giochi veri si fanno dopo. Non è così, qui si sta decidendo se proseguire su una strada di economia di mercato, società aperta, welfare sostenibile, o se andare fuori strada”.

Il presidente del Consiglio parla del futuro dell’Italia dopo il voto, soprattutto in materia economica. “Il punto è – spiega -: che Def presentiamo? Io spero che le elezioni ci consentano di proseguire sulla strada intrapresa. Altrimenti fuori strada ci si va alla prima curva. Nel pieno della crisi del debito il giornale di Confindustria fece un titolo a caratteri cubitali: FATE PRESTO. Ecco, oggi servirebbe un FATE ATTENZIONE”.

Gentiloni parla della sua candidatura nel collegio uninominale di Roma centro e spiega, parlando della lettera inviata agli elettori:

Mi sono candidato in un collegio non blindato per il Pd perché ci abito da una vita e mi sembrava un segno di rispetto. Punto dunque anche sul mio consenso personale, e infatti la lettera me la sono pagata di tasca mia non avendo voluto fare, da premier, nessun fundraising. Poi sono anche capolista del Pd altrove e faccio sempre campagna per il mio partito. Detto questo io penso che non dobbiamo vergognarci di essere una coalizione. Anzi. Lo era l’Ulivo. Anche il primo Pd di Veltroni, a modo suo. I nostri elettori sentono forte il richiamo dell’unità tra forze diverse. Io ci credo. E infatti sono certo che la nostra coalizione, e spero anche il Pd da solo, supererà i Cinquestelle. Il rischio più grave sarebbe un’affermazione delle forze populiste, e si può evitare solo votando per la coalizione di centrosinistra perché oggi queste idee prevalgono anche nel centrodestra. Un ritorno alle urne darebbe certo un’impressione di fragilità e instabilità, ma sarebbe peggio se si scegliesse la via del populismo.

Il calo di consensi del Pd

Il presidente del Consiglio fornisce una spiegazione al calo dei consensi del Pd: “Governare costa in termini elettorali. Dal 1994 a oggi nessun governo in carica è stato confermato dal voto. Con noi il Pil è cresciuto e non di poco ma prima che questo si trasformi in un aumento della ricchezza pro capite, oggi ancora sotto i livelli di prima della recessione, ci vuole tempo e pazienza. La crescita è solo la premessa per affrontare i problemi sociali degli italiani, che restano seri. Però invertire la marcia sarebbe molto peggio, dopo tanti sacrifici. Dobbiamo invece aprire una nuova stagione di riforme”. E poi, secondo Gentiloni, c’è un secondo motivo che ha portato all’erosione dei consensi dem: “Il Pd ha subito una sconfitta seria nel referendum, e purtroppo l’attuale legge elettorale ne è una delle conseguenze. Questo ha indebolito molto noi e la leadership di Matteo Renzi”.

Parlando di Renzi, Gentiloni sottolinea: “Non so se mi sono mai definito un renziano. Ma ritengo che Matteo abbia fatto una straordinaria operazione di adeguamento dell’orizzonte culturale del Pd e un lavoro titanico a Palazzo Chigi. Con tutte le evidenti differenze tra noi, e nonostante qualche occasionale divergenza di opinioni, abbiamo dimostrato in questi 15 mesi di saper gestire i nostri rapporti e i nostri differenti ruoli con vantaggio per il Paese”.

Migranti e Unione Europea

Se c’è una cosa di cui Gentiloni va fiero durante questo periodo di governo, è “di aver mostrato all’Europa il modo per fermare i flussi migratori incontrollati e gestiti dalla criminalità. Nel febbraio di un anno fa ci furono novemila sbarchi. Nel febbraio di quest’anno mille. Inoltre do al mio governo il merito di aver saputo accompagnare, creando la giusta atmosfera, la ripresa economica, il cui merito principale è delle famiglie e delle imprese”.

In compenso, il presidente del Consiglio sa che ultimamente l’Italia ha subito qualche duro colpo in Ue, come con la decisione di trasferire la sede dell’Ema ad Amsterdam e non a Milano. E Gentiloni ne spiega alcune possibili motivazioni:

La frequenza con cui cambiamo governi conta. Nell’anticamera della Merkel ci sono i ritratti di sei predecessori. Al terzo piano di Palazzo Chigi c’è una galleria con le foto di 27 presidenti del Consiglio prima di me. Ma colpi non ne prendiamo, spesso tendiamo anzi a sottovalutare troppo il nostro peso reale. Ma scusi, per l’Ema siamo arrivati primi in una competizione tra 21 Paesi. Se la nazionale avesse perso la finale dei campionati mondiali con il lancio della monetina, qualcuno avrebbe mai dato la colpa all’allenatore?

E sulla cessione di sovranità all’Ue, Gentiloni afferma: “Sarei disposto ad avere più sovranità europea. Non vorrei che questo gigante economico diventi un nano politico in un’area del mondo in cui cresce il peso di Russia, Turchia, Paesi del Golfo. Sono per più difesa comune e più armonizzazione fiscale nei confronti delle piattaforme americane del web. Ma se invece per più sovranità europea intendono la nomina di un ministro delle finanze con il compito non di promuovere crescita e investimenti ma di controllare i bilanci dei Paesi discoli, allora rispondo che se lo possono dimenticare”.

L’attacco al governo ombra M5s

Nessuna invidia da parte di Gentiloni verso il MoVimento 5 Stelle e la sua iniziativa di presentare in anticipo gli eventuali ministri di un governo pentastellato: “Non li invidio. Innanzitutto perché avranno meno voti della nostra coalizione. Infatti nella tradizione inglese è chi va all’opposizione che presenta un governo ombra. Chi vince fa i governi veri. E poi è cambiata la legge elettorale, non siamo più ai tempi delle sfide Prodi-Berlusconi, e dunque trovo davvero ridicolo questo giochino che sono tutti candidati premier, dal leader di CasaPound in su. Ma de che?”.

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