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Gentiloni: “No a equazioni improprie migrazione – terrorismo, lavoriamo sulla prevenzione”

Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha parlato del fenomeno della radicalizzazione spiegando: “La minaccia non autorizza a fare equazioni improprie tra migrazione e terrorismo e la bussola su cui si muove il governo richiede politiche migratorie sempre più efficaci, che coniughino attività umanitaria e accoglienza, ma anche politiche di rigore e di efficacia nei rimpatri”.
A cura di Charlotte Matteini
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Paolo Gentiloni a Bruxelles in conferenza stampa

Al termine di un incontro con la commissione sulla radicalizzazione in Italia, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha a lungo parlato del fenomeno ribadendo che il Paese ha messo in campo tutti gli strumenti necessari per combattere la radicalizzazione e arginare l'estremismo jihadista. "Uno dei risultati più importanti del lavoro della commissione è l'aver appurato che i percorsi di radicalizzazione si sviluppano soprattutto in alcuni luoghi, nelle carceri e nel web, più che in altri luoghi che abbiamo magari molto seguito negli scorsi anni o decenni. Non c’è un idealtipo uguale per ciascuno dei soggetti che si radicalizzano, sono situazioni molto diverse. Ma bisogna lavorare sulle carceri e sul web per la prevenzione", ha spiegato Gentiloni. "C’è una specificità italiana nei fenomeni di radicalizzazione e per certi versi è più rassicurante nel senso che le dimensioni numeriche della radicalizzazione sono minori che in altri Paesi. Ma il fatto di avere un numero minore di persone radicalizzate o foreign fighters non ci deve indurre a sottovalutare il fenomeno e la necessità di capirlo", ha aggiunto il presidente del Consiglio.

"La minaccia non autorizza a fare equazioni improprie tra migrazione e terrorismo e la bussola su cui si muove il governo richiede politiche migratorie sempre più efficaci, che coniughino attività umanitaria e accoglienza, ma anche politiche di rigore e di efficacia nei rimpatri. L'Italia sta facendo un grande sforzo sul contrasto alla radicalizzazione e alla minaccia terroristica e su questo fronte è necessario un impegno a medio termine assieme alle comunità islamiche, ingaggiandole in un’attività di prevenzione", ha sostenuto Gentiloni, sottolineando inoltre che il lavoro di contrasto alla radicalizzazione proseguirà nel corso dei mesi a seguire con l'intervento di alcuni esperti del settore e attraverso la collaborazione del ministro degli Interni Minniti.

"Ho incontrato con il ministro Minniti la Commissione di studio sul fenomeno della radicalizzazione e dell’estremismo jihadistaha che ha lavorato negli ultimi 4-5 mesi sulle forme di radicalizzazione nelle minoranze fondamentaliste islamiche. È un lavoro che proseguirà, perché quello che ho sottolineato nell’incontro con gli esperti che fanno parte di questo gruppo, è che l’esigenza del governo di comprendere sempre meglio le modalità e i percorsi della radicalizzazione per potersi meglio attivare per contrastarla, non si esaurisce oggi ma certamente ha bisogno di continuare. Mi fa molto piacere che gli esperti abbiano convenuto".

Salvini: "Gli immigrati condannati vanno espulsi"

In risposta alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha replicato su Facebook: "Quel genio di Gentiloni si è accorto che il terrorismo e l'estremismo islamico fanno proseliti fra i detenuti stranieri nelle carceri italiane. Bisogna mandare i condannati immigrati a scontare la pena nei loro Paesi! E per chi resta, come in Austria, lavoro obbligatorio. Io ci credo. #stopinvasione".

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