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Genova, i lavoratori dell’Ilva occupano lo stabilimento contro i licenziamenti

I lavoratori hanno deciso stamattina in assemblea di occupare lo stabilimento di Genova contro il piano industriale di tagli presentato da AmInvestCo, pronta a licenziare 4.000 persone.
A cura di Davide Falcioni
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Lo stabilimento dell'Ilva di Genova Cornigliano è stato occupato questa mattina dagli operai dopo la decisione assunta dall'assemblea dei lavoratori, che giudicato insufficienti le garanzie offerte del governo rispetto al piano industriale di tagli presentato da AmInvestCo, la nuova proprietà del gruppo siderurgico. Al vertice in programma mercoledì al Ministero dello Sviluppo Economico la Fiom ha fatto sapere che non si presenterà. Fim e Uilm hanno invece dichiarato di volersi sedere al tavolo della trattativa, ipotesi che la rsu di Cornigliano, a maggioranza Fiom, ha scartato optando per la linea dura. I lavoratori hanno fatto prima un corteo interno alla fabbrica, quindi sono usciti in strada in manifestazione. Nel frattempo hanno iniziato ad allestire una tenda di fronte all'ingresso della portineria annunciando che vi rimarrà per tutta la durata della mobilitazione e sicuramente, comunque, fino a mercoledì.

La mobilitazione dei lavoratori è stata indetta contro il piano industriale presentato dalla cordata AmInvestCo formata dal leader mondiale della siderurgia ArcelorMittal e dall'italiana Marcegaglia, la cui intenzione è quella di tagliare 4.000 posti di lavoro, dei quali 600 a Genova, ma soprattutto cancellare l'accordo di programma prevedendo che anche i dipendenti "salvati" dai tagli debbano passare dal licenziamento e da una nuova assunzione senza le tutele degli accordi precedenti, con tutte le incognite del jobs act e della conseguente possibilità di perdere il lavoro anche in assenza di "giusta causa".

La proposta di AmInvestCo è stata definita subito irricevibile anche dal ministro Carlo Calenda, che ha avvertito che i lavoratori vanno tutelati. Ma al momento secondo i siderurgici genovesi non ci sono certezze sufficienti neanche per prendere in considerazione l'avvio di una trattativa, visto che non è stata offerta la garanzia che non verrà cancellato l'accordo di programma del 2005, quello su cui continua a reggersi l'intero impianto normativo e organizzativo dello stabilimento.

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