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Tenta di aggredire agente: il poliziotto lo uccide, ora è indagato per omicidio colposo

Un 20enne ecuadoregno stava dando in escandescenze e la madre, impaurita, ha chiamato il 118 e si è barricata in una stanza nella sua abitazione a Genova. Il ragazzo ha poi colpito uno dei poliziotti con una coltellata ed è stato aperto il fuoco. Il sindacato Sap: “Sarebbe bastata una pistola tase per evitare la tragedia”
A cura di Biagio Chiariello
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il ragazzo ucciso
il ragazzo ucciso

Una lite familiare è degenerata e finita in tragedia a Genova: un giovane di circa 20 anni di origini ecuadoriane è morto ucciso da un agente di polizia intervenuto nella sua abitazione su richiesta della madre, sembra al termine di un violento diverbio. La vittima si chiamava Jefferson Garcia Tomala. Non è escluso che avesse agito sotto l'effetto di alcol o stupefacenti ma solo le successive indagini scientifiche potranno confermarlo. Il poliziotto ora è indagato per omicidio colposo per eccesso colposo nell'uso delle armi. Si tratta di un atto dovuto per permettere all'agente di nominare legale e perito.

Stando alle ricostruzioni, i poliziotti hanno raggiunto l'appartamento in via Borzoli e qui sarebbero stati affrontati dal giovane armato di coltello. Uno degli agenti sarebbe  stato raggiunto da uno o più fendenti ed è stato ricoverato all'ospedale San Martino: non è in pericolo ma deve essere sottoposto a un intervento chirurgico. Nel corso dell'aggressione uno dei poliziotti avrebbe sparato colpendo mortalmente l'ecuadoriano. Le autorità hanno poi spiegato che la madre del giovane morto ha chiamato nel tardo pomeriggio il 118 perché il figlio stava dando in escandescenze. La situazione è però peggiorata, la donna terrorizzata si è barricata in una stanza con la figlia e decidendo a quel punto di chiamare la polizia. Sul posto sono arrivati gli investigatori della squadra mobile per le indagini e il pubblico ministero di turno in procura Walter Cotugno.

In via Borzoli sarebbe giunto anche un equipaggio del 118 per effettuare un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio o coatto. Ma Tomala si sarebbe rifiutato di collaborare con i sanitari, chiudendosi a sua volta in una camera dopo che gli avrebbero tentato di fermarlo usando lo spray urticante. I poliziotti hanno poi cercato di dialogare ma, quando finalmente è uscito o la porta è stata forzata, il sudamericano avrebbe brandito l’arma per poi scagliarsi è contro gli uomini in divisa. Pare che il giovane, che era incensurato già in passato avesse dato in escandescenze.

La sorella ha riferito che secondo lei la situazione non era così grave da fare intervenire la polizia. “Non capisco perchè sono intervenuti con lo spray urticante contro un ragazzo” ha detto. Sulla vicenda è intervenuto il Sap secondo il quale è necessario avere dei protocolli idonei per gli interventi di tso coordinanche da personale medico. “Oggi sarebbe bastata una pistola taser per evitare la tragedia”.

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