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Genova, giornalista picchiato durante scontri: “Violenza mai vista, ho creduto di morire”

Il racconto del giornalista Stefano Origone, vittima di un violento pestaggio da parte degli agenti di polizia in tenuta antisommossa durante gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine scoppiati giovedì pomeriggio a Genova: “Sentivo che stavano scaricando su di me una rabbia indescrivibile, avevano un furore irrefrenabile, ero terrorizzato”
A cura di Antonio Palma
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"Scaricavano una rabbia che non ho mai incontrato prima, che non avevo mai sentito così efferata in trent'anni di professione, sempre sulla strada", così il giornalista di Repubblica Stefano Origone racconta il drammatico pestaggio a cui è stato sottoposto in strada da parte degli agenti di polizia in tenuta antisommossa durante gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine scoppiati giovedì pomeriggio a Genova. Origone stava seguendo per il suo giornale la manifestazione di protesta degli antifascisti contro il comizio di Marco Mori nella sede di Casapound in viste delle elezioni Europee di domenica 26 maggio quando sono scoppiati gli scontri in piazza Marsala. Mentre riprendeva la scena, si è ritrovato improvvisamente travolto da una massa di uomini in divisa che hanno iniziato a picchiarlo con manganelli e calci.

"Mi sentivo tranquillo perché alle spalle avevo la via di fuga. E poco prima la polizia era anche arretrata. Poi non so cosa sia scattato, non ricordo l'innesco della follia. Mi hanno detto poi che i poliziotti hanno visto un ragazzo vestito di nero e hanno lanciato la carica. So che mi sono arrivati addosso, intorno a me non c'era quasi nessuno, ero in un punto defilato. Li ho visti arrivare, mi sono ulteriormente spostato. Ma mi sono arrivati addosso. Ho cominciato a scappare, ma non ne ho avuto il tempo" ha ricostruito Origone, raccontando: "Ho gridato con tutta la mia voce: ‘Sono un giornalista, sono un giornalista'. Mi hanno fatto cadere e hanno cominciato a picchiare: calci, manganellate, colpi da tutte le parti, non sapevo come pararli, non potevo pararli. E urlavo, urlavo. Non si fermavano. Ero come un pallone, preso a calci. Sentivo che stavano scaricando su di me una rabbia indescrivibile, avevano un furore irrefrenabile, ero terrorizzato".

A salvarlo dalla furia degli agenti solo l'intervento di un altro poliziotto che lo conosce da tempo e lo ha riconosciuto fermando i colleghi. "Si è buttato sul mio corpo, con il casco: ‘Fermatevi, fermatevi, cosa state facendo, è un giornalista, fermatevi', ha gridato. Mi ha salvato. Gli sarò per sempre grato. E, come automi, gli agenti hanno smesso e se ne sono andati. Come se il loro furore fosse stato spento, con un clic". Origone è stato poi portato all'ospedale Galliera dove gli sono state riscontrate una costola fratturata, due dita della mano sinistra rotte, un trauma cranico ed ecchimosi su tutto il corpo. In ospedale lo ha raggiunto anche il questore di Genova, Vincenzo Ciarambino, che lo ha incontrato per chiedergli scusa per quanto accaduto.

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