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Genova e furbetti del cartellino: vigile timbrava e andava a fare volontariato

Il 61enne durante l’orario di lavoro guidava l’ambulanza della sua associazione di cui era anche vice presidente. Con lo stesso mezzo di soccorso spesso ritornava in ufficio per timbrare il cartellino.
A cura di A. P.
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Tutti lo vedevano impegnarsi attivamente e frequentemente con l'associazione di volontariato di cui era anche vice presidente, peccato però che svolgeva la sua opera durante le ore di lavoro fingendo di essere in ufficio. Per questo un vigile urbano in servizio a Genova è finito nei guai con una denuncia per truffa aggravata ai danni del comune. Come stabilito dall'inchiesta, che si è avvalsa di pedinamenti e appostamenti durati un mese, l'uomo andava ogni giorno regolarmente in ufficio e timbrava il tesserino magnetico, ma dopo pochi minuti usciva di nuovo e andava nella sede della Croce Celeste per prestare servizio di volontariato, spesso come autista di ambulanze. Alla fine del turno di lavoro poi, a volte con lo stesso mezzo di soccorso, ritornava in ufficio e segnava l’uscita.

Dopo l'inchiesta, svolta dai suoi stessi colleghi, il 61enne sovrintendente capo della polizia municipale in servizio all’Ufficio Notifiche è stato sospeso dal lavoro in attesa del processo. Per lui il sostituto procuratore Federico Manotti aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip Franca Borzone ha ritenuto sufficiente  solo la misura interdittiva della sospensione dell’attività lavorativa. Le prove a suo carico però rimangono consistenti. Come ricostruito anche grazie ad un sistema Gps per analizzare gli spostamenti, tra marzo e aprile il vigile, a fronte di 126 ore lavorative dichiarate, si è dedicato invece al volontariato ben 77 ore. In un’occasione è stato constatato che aveva prelevato un paziente dializzato per portarlo in ospedale mentre invece risultava al lavoro.

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