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Garanzia giovani sempre più un flop: solo uno su 5 trova lavoro, 60% delle offerte sono stage

Garanzia giovani si dimostra, per l’ennesima volta, un flop. Stando ai dati diffusi da Anpal, aggiornati al 31 dicembre 2017 solo un giovane su 5 ha trovato un lavoro retribuito mentre il 60% ha potuto usufruire solamente di tirocini formativi che nella maggior parte dei casi non si sono trasformati in una reale opportunità lavorativa.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo mesi di silenzio, lunedì 30 aprile sono stati pubblicati i dati relativi al programma "Garanzia Giovani", dedicato all'inserimento nel mondo del lavoro dei giovani neet tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non hanno un'occupazione, finanziato con fondi europei per una cifra pari a quasi 2 miliardi di euro. Giunto ormai al quarto anno di attuazione, il programma Garanzia Giovani continua però a non produrre i risultati sperati e di fatto in Italia viene utilizzato dalle aziende per proporre tirocini a basso compenso che poi non si concretizzano davvero in posti di lavoro veri, un'anomalia rispetto a quanto invece avviene nei restanti 27 Paesi Ue in cui la misura è attiva e riesce davvero a fornire opportunità lavorative reali agli under 30.

Stando ai dati pubblicati dall'Anpal, l'agenzia nazionale per le politiche attive che sovrintende all'attuazione del programma europeo, al 31 dicembre 2017 ammontavano a un milione e mezzo le iscrizioni a Garanzia Giovani, che depurate dalle cancellazioni contano in tutto 1,3 milioni di richiedenti e poco più di un milione di iscritti realmente presi in carico, ovvero ricontattati dai centri per l'impiego per un'offerta di tirocinio o lavorativa. Di questo milione scarso, 547mila sono i giovani neet che sono stati avviati a un intervento di politica attiva, mentre 226mila sui 472mila che hanno concluso il percorso hanno trovato un posto di lavoro. Di questi 472mila, il 30,5% ha avuto accesso a un contratto a tempo indeterminato (che nel 41% dei casi corrisponde all’apprendistato), mentre il resto si divide tra tempo determinato (25%) e altre forme residuali (come job on call e contratti di collaborazione).

I conti sono presto fatti: rispetto agli 1,3 milioni di giovani neet iscritti al programma Garanzia Giovani, solamente il 17,5% degli iscritti ha trovato un lavoro retribuito, uno su 5. Le misure di politica attiva complessivamente erogate sono state in tutto 625mila, perché alcuni partecipanti al programma ne hanno avuta più di una, e il tirocinio extracurriculare si conferma per il quarto anno consecutivo l'offerta più diffusa (60%) – unico caso in Europa – seguito dagli incentivi occupazionali (23%) e dai corsi di formazione (12,3%). La grave anomalia italiana? La maggior parte dei tirocini proposti da Garanzia Giovani non si trasforma in un contratto di lavoro vero e proprio e di fatto in Italia il programma appare snaturato rispetto alla sua ragion d'essere. Il programma europeo nasce per eliminare, o comunque contingentare, il numero di neet e aiutare l'incrocio di domanda e offerta di lavoro, peccato che i fondi europei in Italia finiscano per la maggior parte dei casi a finanziare stage a basso valore aggiunto che non si trasformano in rapporti di lavoro – come abbiamo raccontato qui e qui – e che non aiutano i ragazzi a inserirsi nel mondo del lavoro, ma anzi prolungano l'agonia del precariato e il rimbalzo da un tirocinio all'altro senza prospettive reali di crescita.

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