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Gallipoli, comune ordina chiusura del Samsara ma il sindaco blocca tutto: “Non so nulla”

Una ordinanza firmata dalla responsabile del Servizio demanio aveva imposto al locale noto per le sue mega feste sulla spiaggia di sgomberare entro 20 giorni. Un provvedimento che però ha sorpreso lo stesso sindaco della cittadina salentina che ha bloccato tutto: “Il dirigente ne risponderà perché contraddice l’iter che l’amministrazione aveva avviato”.
A cura di Antonio Palma
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È una estate tormentata per Gallipoli, la città salentina diventata negli ultimi anni meta prediletta delle vacanze estive dei giovani italiani e simbolo della movida in spiaggia. Dopo la chiusura forzata di locali noti come il Parco Gondar e la discoteca Le Cave, il comune pugliese infatti nelle scorse ore si è ritrovato improvvisamente alle prese con il caso del Samsara, lo stabilimento balneare noto per le sue mega feste sulla spiaggia che richiamano centinaia di ragazzi da tutta Italia. Con una ordinanza firmata martedì, infatti, il comune prima ha tolto tutte le autorizzazioni alla struttura e disposto lo sgombero e il ripristino dello stato dei luoghi entro 20 giorni ma poi, con l'intervento del sindaco, è tornato sui suoi passi stoppando tutto.

L'ordinanza in pratica aveva annullato il permesso di costruire rilasciato il 24 febbraio 2012  e quello del 2017, disponendo la inefficacia della Scia edilizia, nonché tutti gli atti connessi e consequenziali. L'ordinanza era stata trasmessa anche alla Procura della Repubblica di Lecce e alla Soprintendenza di Lecce. Un atto che però ha sorpreso lo stesso sindaco della città, Stefano Minerva, che ha bloccato tutto e in un conferenza stampa si è scagliato contro il provvedimento del funzionario comunale: "Capiremo e il dirigente ne risponderà perché contraddice l'iter che l'amministrazione aveva avviato".

Quello sul Samsara in realtà è solo dell'ultimo provvedimento del comune sul caso che va avanti ormai da mesi.  L'amministrazione gallipolina infatti aveva già revocato la concessione demaniale nell'autunno scorso ritenendo che il lido funzionasse come discoteca. Una decisione contro la quale i gestori del lido avevano fatto ricorso innescando un contenzioso giudiziario che ora è in attesa della decisione del Consiglio di Stato. Ne era nato un accordo che prevedeva la sospensione di ogni atto e la prosecuzione dell'attività del lido in attesa della sentenza finale, ma come un fulmine a ciel sereno è arrivata ora la delibera  firmata dalla responsabile del Servizio demanio e patrimonio del comune di cui però il primo cittadino e l'amministrazione comunale pare non sapessero nulla.

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