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Gaia, uccisa dalla medusa a 7 anni. La madre: “Nessuno ci ha detto che il mare era infestato”

La mamma di Gaia Trimarchi: “Mi è morta fra le braccia. Nessuno ci ha detto che la zona è infestata da quella specie di meduse, non c’erano divieti di alcun genere. Lei stava in un punto dove l’acqua è bassa, raccoglieva conchiglie, era una sua passione”.
A cura di Davide Falcioni
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Trascorreve le estati alle Filippine, paese d'origine di sua madre Manette, Gaia Trimarchi, la bambina di sette anni di Roma morta il 26 luglio dopo essere venuta a contatto con una cubomedusa, la  cosiddetta "vespa di mare" — nome scientifico Chironex fleckeri —, uno degli esemplari planctonici più letali del mondo, i cui tentacoli contengono il veleno sufficiente per uccidere decide di persone. Talento del nuoto, dopo aver finito la scuola si era trasferito con il padre – romano – a Muntinlupa City, nella casa di famiglia. La scorsa settimana era però andata sull’isola di Sabitang Laya, a centinaia di chilometri di distanza: quando è stata punta stava nuotando e il trasporto in ospedale, dove è arrivata in circa un'ora, si è rivelato vano. A uccidere Gaia è stato uno choc anafilattico. "Mi è morta fra le braccia", racconta la madre Manette Trimarchi.

Il decesso della piccola risale a una settimana fa, ma solo ieri ne è stata data notizia: la morte, infatti, ha scatenato polemiche per la mancanza di misure di sicurezza, visto che appena una settimana prima a perdere la vita era stata un'altra bambina, sempre a causa della medusa: "Nessuno ci ha detto che la zona è infestata da quella specie di meduse— accusa la madre di Gaia —, non c’erano divieti di alcun genere. Lei stava in un punto dove l’acqua è bassa, raccoglieva conchiglie, era una sua passione. All’improvviso l’abbiamo sentita gridare. Ci siamo avvicinati, aveva bolle viola su una gamba e su una mano. ‘Mamma, che mi sta succedendo?', mi ha detto Gaia. ‘Portami via, non torniamo più su questa spiaggia'". La situazione si è poi aggravata nel giro di pochi minuti, ma né sulla spiaggia né sulla barca c'era un kit di pronto soccorso per fronteggiare situazioni del genere.

La bambina è stata condotta in barca sulla spiaggia di Caramoan, distante mezz’ora di navigazione. All’arrivo in ospedale i medici non hanno potuto somministrare alla piccola gli antidoti specifici poiché le sue condizioni erano disperate. Poco dopo Gaia è morta. Il timoniere che ha condotto la famiglia a fare il bagno in un'isola dove si è consumata la tragedia ha spiegato: "Avevo avvertito i turisti di rimanere solo un quarto d’ora. Non pensavo scendessero in acqua, ma che si limitassero a scattare fotografie".

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