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Funerali di domenica, ecco perché la Chiesa vieta di celebrarli

Niente “messa con esequie” nelle solennità, in Quaresima, in Avvento, durante il Triduo Pasquale, il giorno della commemorazione dei defunti.
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Ha destato scalpore la denuncia di Angelo Rovai, un cittadino di Pietrasanta, in provincia Lucca che non ha potuto far celebrare il funerale della moglie, morta dopo una lunga malattia, nella chiesetta dove si erano sposati molti anni prima. Angelo ha trovato un muro nel divieto del sacerdote di tenere la messa di esequie di domenica: il prete avrebbe addotto come motivazione il divieto di celebrare funerali e matrimoni nel giorno del Signore. Angelo Rovai ha raccontato che il sacerdote avrebbe negato il suo permesso detto di no “appellandosi a non so quale indicazione della Curia e offrendo il lunedì come prima data utile per la cerimonia funebre.”

In realtà, la disciplina generale della Chiesa cattolica prevede che solo in alcune domeniche è tassativamente vietato tenere “messe rituali”, cioè cerimonie con consacrazione dell’Eucarestia, in occasione di funerali; non vieta, tuttavia, le semplici esequie, comprendenti la benedizione della salma del defunto ed alcune preghiere.

In particolare, un documento intitolato “Ordinamento generale del messale romano" spiega che “le messe rituali sono collegate con la celebrazione di alcuni Sacramenti o Sacramentali. Sono proibite nelle domeniche di Avvento, Quaresima e Pasqua, nelle solennità, nei giorni fra l'ottava di Pasqua, nella Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nel Mercoledì delle Ceneri e nelle ferie della Settimana santa; si devono inoltre osservare le norme indicate nei libri rituali o nei formulari delle Messe stesse.”

Può quindi avvenire, come accade regolarmente, che la celebrazione delle esequie in chiesa non si svolga all’interno di una messa. In questo caso, rinviata la messa al giorno ritenuto più opportuno, è comunque d'obbligo tenere la liturgia della parola, cioè le letture pubbliche di brani del Vangelo e dei salmi. In più, non solo è possibile, ma anche obbligatorio, tenere un rito chiamato “ultima raccomandazione e commiato” che prevede una serie di preghiere di suffragio per l’anima del defunto: questo perché la parola di Dio proclama il mistero della Resurrezione e richiama la speranza della vita eterna.

Le esequie senza la messa possono essere celebrate dal diacono. In alcuni casi, che devono essere approvati dal Vaticano, possono essere anche celebrate da un laico. In ogni caso, spetta alle singole diocesi impartire disposizioni di dettaglio secondo gli usi locali.

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