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Frustate e scotch in bocca ai bimbi disabili in un centro di ippoterapia

Paolo Franchino, titolare della struttura di Piossasco (Torino), è accusato di aver maltrattato alcuni bambini che frequentavano il centro di ippoterapia che gestiva.
A cura di Davide Falcioni
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Il pubblico ministero della Procura di Torino Fabiola D’Errico ha chiesto una condanna a sei anni di reclusione per l’ex gestore di un centro di ippoterapia a Piossasco (Torino) processato nel capoluogo piemontese con l’accusa di avere maltrattato alcuni bambini che frequentavano la struttura. La sentenza è prevista a luglio. Le indagini avevano portato alla luce una serie di episodi di maltrattamento che si sarebbero verificati anni fa: i giovanissimi pazienti del centro sarebbero stati puniti colpendoli con frustini, chiudendoli a chiave o legandoli a una sedia, ma anche abbandonandoli sotto il sole. L’imputato, difeso dagli avvocati Chiara Luciani e Federico Caporale, si professa innocente.

I bambini erano ospiti del centro di ippoterapia poiché il contatto con i cavalli avrebbe dovuto aiutarli; per non pochi di loro l'esperienza si è però rivelata disastrosa, con continue violenze e maltrattamenti subiti dal gestore Paolo Franchino. Dalle indagini è emerso che i piccoli venivano sovente umiliati con insulti, ma anche frustati e messi a tacere chiudendo loro la bocca con dello scotch. Un bambino con una grave disabilità sarebbe stato prima malmenato e poi gettato dall’auto e abbandonato in un prato. Alcuni automobilisti hanno tuttavia assistito alla scena e costretto Franchino a ritornare a prenderlo suonando ripetutamente il clacson per richiamare la sua attenzione. Un bambino di 4 anni, invece, un giorno si è smarrito in un bosco e il gestore del centro non aveva nemmeno dato l’allarme: solo dopo svariate ore i carabinieri l'avevano ritrovato

Il pubblico ministero Fabiola D’errico ha oggi chiesto la condanna di Franchino a sei anni di reclusione. L’uomo ha negato ogni addebito sostenendo di non aver mai fatto niente di tutto ciò per cui viene accusato. Durante le indagini e il processo tuttavia sono emersi una serie di episodi gravi a cui sarebbero state sottoposte le vittime, assistite come parte civile dagli avvocati Anna e Marcello Ronfani e Concetta Cagia.

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