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Frate sgrida un bimbo a messa: “Non voglio rompiscatole”

E’ accaduto a Finale Emilia, in provincia di Modena. L’episodio ha suscitato le critiche di molti adulti, che hanno giudicato eccessivo il rimprovero.
A cura di D. F.
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Un bambino di appena tre anni è stato allontanato da una chiesa di Finale Emilia, in provincia di Modena, perché considerato un disturbo durante la messa che frate Francois Marie, della parrocchia dei santi Filippo e Giacomo di Finale Emilia, stava celebrando.  Il piccolo è stato additato come un "rompiscatole" dal religioso, ma il rimprovero del frate non è stato gradito da parte di molti fedeli, molti dei quali non avevano percepito un disturbo così fastidioso da impedire la celebrazione dell'eucaristia. Tanto che più di un genitore è andato a consolare la madre e il bambino redarguiti, che nel frattempo erano usciti all'esterno della chiesa in lacrime.

La vicenda ha profondamente spaccato i fedeli tra favorevoli ai "metodi duri" del frate e contrari. Dal canto suo il frate ha dichiarato: "E’ vero, ho detto quella frase per sottolineare che il più delle volte genitori e bambini vengono a messa per dovere, senza una forte motivazione e senza sapere di essere alla presenza di Dio. Non lamentiamoci, poi, se terminato il percorso di cresima e comunione molti adolescenti non fanno più ritorno in chiesa". Non pochi, però, se la sono presa con fra Francois Marie, accusato di aver umiliato sia il bambino che la madre con quel "rompiscatole" che, a giudizio di alcuni, sarebbe un termine inappropriato in chiesa. A prendere le difese di sacerdote e genitori – e cercare di smorzare le polemiche – è stato è il parroco della chiesa del Seminario, don Daniele Bernabei: "La ragione sta da entrambe la parti. Padre Francoise non si è sicuramente reso conto che la frase pronunciata in italiano ha un senso preciso; la verità poi andrebbe detta in un certo modo, ma al contempo la mamma, vedendo il bimbo agitato, doveva intervenire prima, non lasciarlo a lungo davanti al presbiterio".

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