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Francia campione, il Louvre festeggia con la Gioconda, ma è polemica: “Simbolo dell’arte italiana”

Il Louvre pubblica sul suo account Twitter una foto della Gioconda dell’italiano Leonardo da Vinci per festeggiare la vittoria francese ai Mondiali di calcio ed è subito polemica. Rinverdendo l’antica bufala secondo cui il dipinto della Monna Lisa sarebbe stata trafugata da Napoleone Bonaparte durante la Campagna d’Italia. In realtà, fu lo stesso Leonardo a portarla in Francia nel 1517.
A cura di Redazione Cultura
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Poco dopo essersi aggiudicata la finale dei Mondiali di calcio 2018 in Russia, in tutta la Francia sono scoppiati i festeggiamenti per la vittoria dei "bleus" che si è imposta in finale per 4-2 sulla Croazia. Pochi istanti dopo, anche il profilo twitter del più importante museo europeo, il Louvre, si congratula con i propri beniamini pubblicando un'immagine dell'opera d'arte più celebre contenuta all'interno della sua collezione: la Gioconda dell'italiano Leonardo da Vinci. Da quel momento, apriti cielo: scoppia anche la polemica degli invidiosi, di quegli italiani che hanno dovuto assistere impotenti (non avendo avuto nemmeno la possibilità di prendervi parte) al trionfo dei cugini d'oltralpe.

Ed è così partita la ridda social dei commenti, dei retweet, delle polemiche volte a segnalare che la Monna Lisa utilizzata per congratularsi è, in realtà, un'opera italiana, frutto della cultura rinascimentale, che sarebbe stato trafugato durante le Campagne d'Italia da Napoleone Bonaparte. Il nazionalismo social e becero non aspettava altro per manifestare la propria invidia nei confronti dei vittoriosi francesi. Tutto legittimo, tranne che sostenere che la Gioconda "italiana" sia stata rubata da Napoleone è una bufala. Enorme.

La Gioconda in Francia ce l'ha portata Leonardo

Come è noto a chi legge i libri di storia, fu Leonardo stesso a portare con sé la Gioconda in Francia e che questa fu acquistata, assieme ad altre opere, da Francesco I. Il dipinto si trova in Francia fin dal 1517, come dimostra uno scritto del canonico Antonio de Beatis, segretario del cardinale Luigi d’Aragona, che annotò nel suo diario l’incontro tra Leonardo da Vinci e Luigi d’Aragona. Secondo alcuni fu lo stesso Leonardo a darla a re, per altri fu il suo allievo Gian Giacomo Caprotti,detto il Salai, a mediare la vendita dopo la morte del pittore toscano. Non è stata rubata quindi da Napoleone a differenza di come alcuni ancora oggi ritengono. C’è però un forte legame con Bonaparte, innanzitutto pare che amasse così fortemente la Gioconda tanto da metterla nella camera della moglie Josephine e poi il Louvre che all’epoca si chiamava Musée Napoléon.

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