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Francesco, morto a 7 anni per otite curata con omeopatia: chiesta condanna ai genitori

Francesco Bonifazi morì il 27 maggio del 2017 al Salesi di Ancona per un’otite batterica bilaterale curata dai genitori con medicinali omeopatici del tutto inefficaci.
A cura di Davide Falcioni
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Perse la vita a soli sette anni a causa di un'otite curata con prodotti omeopatici: per questo il pubblico ministero della Procura di Ancona Daniele Paci nel corso dell’udienza preliminare del processo che si sta celebrando con rito abbreviato ha chiesto una condanna a tre mesi per i genitori di Francesco Bonifazi, il piccolo morto il 27 maggio del 2017 al Salesi dove era arrivato in gravi condizioni per una otite batterica bilaterale. L’udienza è stata rinviata per repliche al 6 giugno, giorno in cui verrà deciso se rinviare a giudizio o meno anche il medico di Pesaro che aveva in cura il bambino, Massimiliano Mecozzi. Un medico specializzato in omeopatia, accusato di aver consigliato ai genitori di curarlo con preparati omeopatici invece che con antibiotici.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti nei mesi successivi alla tragedia il dottor Mecozzi – poco prima del peggioramento delle condizioni di Francesco Bonifazi – avrebbe cercato di dissuadere il padre e la madre del bambino dal farlo ricoverare: "Se fosse mio figlio non lo porterei in ospedale" avrebbe suggerito alla donna, mentre il piccol era già in stato di semincoscienza e quindi in condizioni molto gravi. L'omeopata, inoltre, secondo l'accusa avrebbe cercato di evitare il trasporto bel bambino al pronto soccorso parlando al telefono con il medico del 118 giunto a casa della famiglia e spiegandogli che non ci sarebbe stato bisogno del ricovero. Il dottore del pronto intervento tuttavia ignorò le indicazioni del collega imponendo il trasferimento del bimbo in ospedale, somministrandogli tachipirina per calmare la febbre, ma trovandosi di fronte alla resistenza della madre del bimbo, che non voleva venisse dato quel farmaco così come da indicazioni di Mecozzi. Il medico del 118 avrebbe comunque dato il medicinale a Francesco, ma ormai era troppo tardi.

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