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Foto porno trovate nel pc, si dimette il vicepremier inglese Damian Green

Damian Green era stato accusato di aver guardato dei porno sul computer di lavoro, e nel difendersi ha violato il codice di condotta per i ministri britannici. Il primo ministro May ha detto di essere “estremamente triste”.
A cura di Biagio Chiariello
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Damian Green, numero due dell’esecutivo inglese guidato da Theresa May, si è dimesso, dopo che erano emerse accuse di molestie a suo carico ed erano state trovate foto pornografiche sul suo computer ai Comuni a Westminster nel 2008. La notizia è stata riportata dalla Bbc. Il politico, a lungo difeso dallo stesso primo ministro britannico, si è dimesso dopo la rivelazione di affermazioni “inesatte e fuorvianti” su ciò che sapeva sulla denuncia nei suoi confronti per pornografia. Ufficialmente il 61enne ha lasciato l’incarico per aver violato “il codice di comportamento” del governo di Sua Maesta. Vicepremier e segretario di Stato, Green era finito sotto inchiesta per condotta inappropriata. Era stato anche accusato di avere fatto delle avance a una giornalista, Kate Maltby, nel 2015. Nella sua lettera di dimissioni ha chiesto “scusa per le sue azioni”. Da parte sua Theresa May ha espresso il suo “profondo rammarico” per il suo addio.

Due mesi fa le dimissioni del ministro della Difesa

Damian Green è il secondo membro del governo britannico a lasciare il proprio incarico nel giro di due mesi: a inizio novembre, mentre impazzava lo scandalo Weinstein, l’allora ministro della Difesa Michael Fallon si era dimesso dopo che era stato accusato di aver avuto comportamenti inappropriati nei confronti della giornalista Julia Hartley-Brewer 15 anni fa. La vicenda era stata portata alla ribalta anche a seguito di un dossier del Daily Mail, realizzato da assistenti parlamentari, contenente i nomi di circa 40 deputati Tory, uomini e donne, fra cui diversi ministri o sottosegretari. Un black list in cui venivano elencati – sotto l’intestazione sarcastica “Parlamentari ad alta libido” – casi di comportamenti inappropriati, relazioni clandestine, ma anche abusi veri e propri – sia etero sia omosessuali – attribuiti a Westminster a queste personalità. Tra i nomi compariva anche quello Damian Green, associato fra l’altro al noto sito di scambisti Ashley Madison.

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