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Forte di Bard, come rinasce il vecchio borgo: da fortezza militare a polo culturale innovativo

Il Forte di Bard ad Aosta è diventato uno dei poli culturali più importanti e innovativi del nostro Paese. Dall’assedio di Napoleone nel XIX secolo alle 300mila presenze turistiche del 2016, come rinasce l’antico borgo medievale divenuto fortezza con i Savoia.
A cura di Redazione Cultura
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Uno dei poli culturali più importanti e innovativi del nostro Paese. In poco tempo è questa la sorte toccata al Forte di Bard ad Aosta. Era una delle fortezze militari più conosciute dell'arco alpino, famoso per l'assedio da parte di Napoleone nel 1800, adattato dai Savoia come complesso di sbarramento sopra la Dora Baltea, all'inizio della Valle d'Aosta. Dismesso successivamente nel 1975 dal demanio militare fu acquisito dalla Regione Valle d'Aosta nel 1990. E poi, a lungo, il nulla.

Ora, dopo oltre dieci anni dall'inizio dei lavori intrapresi nel 2006, Forte di Bard può contare su una superficie di 14.467 metri, di cui 3.600 metri quadrati di aree espositive e 2.036 metri quadrati di cortili interni, con 283 locali, 385 porte, 296 feritoie e 806 gradini. Dal giorno dell'inaugurazione è diventato un polo culturale di richiamo internazionale, passando dalle 98.000 presenze del 2006 alle 312.000 del 2016. Il progetto di recupero dell'intero complesso e di rilancio del borgo medievale è stato attuato con il contributo finanziario del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e del Fondo di Rotazione Statale nell'ambito della riconversione delle aree in declino industriale. Secondo il neo direttore della struttura, Maria Cristina Ronc:

Il Forte di Bard si è già imposto come polo culturale nel Nord-Italia e ora mi piacerebbe mettere in rete tutti i forti, a partire dalla Liguria fino al Friuli, con i quali abbiamo molte cose in comune. Ma soprattutto punto a fare rete con i beni culturali che sono diffusi sul territorio valdostano.

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