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“Folkville” di Giancarlo Marino: la leggenda urbana entra in letteratura

Una storia che sembra nata tra le tavole di una vignetta a colori per trasformarsi in narrazione letteraria. “Folkville. Cronache di una città leggendaria” di Giancarlo Marino è un romanzo in cui le leggende urbane che conosciamo tutti sono protagoniste di una narrazione horror dalle tinte umoristiche ambientata in una città americana come tante altre.
A cura di Laura Ghiandoni
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Una storia che sembra nata tra le tavole di una vignetta a colori per trasformarsi in narrazione letteraria. “Folkville. Cronache di una città leggendaria” di Giancarlo Marino sembra aver risucchiato pagine e pagine del vasto mondo del fumetto. Ciò che l’autore ci restituisce è una storia che fa del folclore lo spunto di un romanzo horror a tinte umoristiche. Le storiche strisce americane dei super eroi, il mondo del fantasy, i manga giapponesi, la nomenclatura dei giochi di ruolo, l’immaginazione stilizzata caratteristica di questo tipo di fantasia, sono il terreno su cui è raccontata l’avventura di Charlie, il gestore pieno di carattere di un negozio di fumetti chiamato “Taverna del gufo notturno” situato a Folkville, una metropoli americana come qualsiasi altra. Charlie Carrol dopo il lavoro al negozio, trascorre le serate al bar con la ragazza Vivian (detta Viv) e il suo fedele collaboratore Paco, anche lui personaggio dal forte sapore cartoonistico.

Fino a quando un giorno i due scompaiono all’improvviso e Charlie parte per andarli a cercare, vaga per la metropoli fantasma nella speranza di ritrovarli invece si imbatte in creature mostruose. Non è finita qui, perché il protagonista incontra non dei semplici mostri, ma dei mitici esseri del terrore metropolitano di tutti i tempi, proiezione delle paure ataviche del cittadino moderno più diffuse nella società occidentale. Elementi folcloristici che sono presenti storicamente tutt’ora e che popolano le nostre strade e certi luoghi abbandonati, storie raccontate da amici di amici che conosciamo tutti. Avete sentito parlare del coccodrillo bianco? Dell’uomo falena? Della pantera che si aggira in città? Tutto vero o tutto finto? La risposta è “folclore urbano. Per capire “Folkville” è necessario citare uno dei massimi studiosi di folclore della società occidentale contemporanea, l’americano Jan Harold Brunvald. Divenuto celebre per aver reso popolare definendo il concetto di “leggenda urbana” per indicare “quelle storie che ancora si tramandano di bocca in bocca”, “che sono troppo belle per essere vere.” e “che restano nell’immaginario perché hanno un elemento di suspance o di umorismo, sono plausibili e hanno una morale”. Delle leggende dentro una storia unica, che lascia spazio a tante altre avventure.

Il linguaggio letterario per raccontare tutto questo è un pattern che tradisce la narrativa classica per una sperimentazione anticonvenzionale che abbraccia un ventaglio particolarmente ampio di tipi di lessico, creando un mix tra l’aulico e fiabesco, lo scientifico e il descrittivo, per poi farci a tratti ritornare al realistico discorsivo di tutti i giorni.  Il libro è assolutamente consigliato a tutti coloro che nutrono un amore sconfinato per i fumetti, i giochi di ruolo e tutto quel mondo nerd che non si autorappresenta spesso in letteratura e che predilige l’evasione. Edito da Homoscrivens, è il terzo libro pubblicato da Giancarlo Marino. Già editi dalla stessa casa editrice “Ragazzi straordinari”, e la raccolta di racconti “E pensare che c'entravamo tutti…”.

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