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Foggia, olio di soia spacciato per extravergine: “Venduto anche a rinomati ristoranti”

Nell’ambito dell’operazione “Oro giallo” i carabinieri hanno eseguito 24 misure cautelari, 17 delle quali a Cerignola (Foggia). L’olio contraffatto veniva rivenduto in gran parte d’Italia, anche a rinomati ristoranti, e in Germania, applicando prezzi molto più bassi e concorrenziali rispetto all’effettivo valore di mercato.
A cura di Susanna Picone
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Olio di soia venduto per extravergine di oliva. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Nas di Foggia, che hanno eseguito 24 misure cautelari, 14 in carcere e 10 ai domiciliari, tra l'Italia (Cerignola, San Severo e Lavello) e la Germania, nell'ambito dell'operazione denominata “Oro giallo”. Sia in Italia che all’estero vendevano olio di semi di soia addizionato con clorofilla spacciandolo per olio extravergine di oliva. Secondo quanto riferiscono i militari, coordinati dal tenente colonnello dei carabinieri Vincenzo Maresca, il finto olio extravergine di oliva veniva rivenduto in gran parte d'Italia, anche a rinomati ristoranti, e in Germania, chiaramente a prezzi molto più bassi e concorrenziali rispetto all'effettivo valore di mercato. Gli indagati, a quanto emerso, avevano creato delle società fittizie con annessi frantoi inesistenti nei quali sostenevano di produrre l’olio d'oliva extravergine. I carabinieri del Nas di Foggia hanno però accertato che si trattava di un tipo di olio diverso, appunto quello di semi di soia addizionato con clorofilla. L’operazione “Oro giallo” rappresenta per gli inquirenti una delle più rilevanti indagini svolte negli ultimi anni nel contrasto di fenomeni criminali operanti nella produzione e nel commercio di olio extravergine sofisticato e contraffatto, perpetrati anche con proiezione transnazionale in Paesi dell'Unione europea.

L'operazione condotta dal Nas di Foggia – All'operazione hanno partecipato più di 250 militari del Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli, di unità dell'Arma territoriale, con la collaborazione di personale di polizie straniere. L'operazione è stata condotta dal Nas di Foggia e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo dauno in cooperazione continua con Eurojust (Agenzia dell'Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale), e con Europol per gli aspetti operativi transnazionali.

Le accuse – Le persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla frode nell'esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari genuine come non genuine, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione.

L’olio venduto anche a 10 euro al litro

Era una frode redditizia quella cui hanno messo fine i carabinieri di Foggia. Al sodalizio criminale una bottiglia di finto extravergine costava 1,20 euro al litro e veniva rivenduta sul mercato a prezzi che oscillavano tra i 5 e i 10 euro al litro. I provvedimenti giudiziari connessi all'indagine hanno portato al sequestro di due immobili e di un'azienda olearia, dei mezzi di autotrasporto riconducibili al sodalizio (tra cui 6 autotreni, dei quali due in Germania), e di oltre 150mila litri di olio sofisticato per un valore commerciale in un milione e 200mila euro. Base logistica dell'organizzazione era un frantoio di Cerignola regolarmente autorizzato, utilizzato per la sofisticazione. Al titolare dell'oleificio e capo del sodalizio gli associati si rivolgevano per acquistare l'olio di semi già sofisticato da poter rivendere tal quale, o per acquistare olio di semi da sofisticare in autonomia mediante l'aggiunta di “verdone”, una miscela con altissima concentrazione di clorofilla. Le attività di sofisticazione e confezionamento da parte degli associati avvenivano in magazzini o depositi di fortuna, privi di qualsiasi garanzia di igiene. È inoltre emerso che il principale indagato ha acquistato milioni di litri d'olio di semi da una multinazionale con sede nel Nord Italia: due volte a settimana l'olio di semi veniva trasportato in Puglia. Alcuni carichi di olio finivano in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Invece gli indagati con maggiore potere economico effettuavano trasporti quindicinali in Germania, fino a 23mila litri per ogni spedizione. Giunto in Germania, l'olio veniva depositato in aziende specializzate in logistica per la successiva distribuzione a ristoranti o nella grande distribuzione, oppure con un sistema del “porta a porta”. In Germania era presente anche una importante rete costituita da piazzisti e che forniva il supporto logistico e commerciale ai sofisticatori italiani procurando anche alloggi durante il soggiorno.

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