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Foggia, la polizia forestale potrà sparare agli animali vaganti

La prefettura di Foggia emana un provvedimento che autorizza la polizia forestale all’abbattimento immediato (con fucile) di mucche e cavalli sfuggiti al pascolo. Gli animalisti protestano.
A cura di Angela Marino
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Ha fatto molto discutere l'ordinanza emanata dalla prefettura di Foggia, relativa al territorio di Vieste, che prescrive l'abbattimento immediato di animali "vaganti " nel caso in cui questi rappresentino un pericolo per l'incolumità delle persone o un intralcio per la circolazione stradale, da parte della Polizia forestale. Secondo il dispositivo (riportato dal Corriere del Mezzogiorno), gli animali – ovini e bovini e cavalli – che sfuggono al gregge raggiungendo campeggi, villaggi e il centro abitato o si immettono sulla strada rischiando di causare gravi incidenti, possono essere segnalati alla Polizia forestale che provvederà all'abbattimento dell'animale.

Il problema degli animali da pascolo vaganti era stato segnalato più volte da albergatori e titolari di campeggi che lamentavano l'incursione di mucche o cavalli nei loro giardini e tra i loro ospiti. Dunque, quella che appariva ormai come una vera e propria emergenza, è stata discussa nel corso di riunioni convocate con urgenza dalla prefettura, il 19 e 26 giugno, alle quali hanno preso parte Luisa Latella, in rappresentanza del governo e il sindaco Ersilia Nobile. Durante l'ultimo incontro, quello dell'11 luglio, l'unica soluzione possibile è risultata essere quella dell'eliminazione degli animali, piuttosto che il sequestro o l'imposizione di sanzioni agli allevatori colpevoli di averli lasciati allontanare. Si è proceduto quindi a scrivere delle "linee guida" per l'abbattimento, secondo le quali, dopo aver identificato animali vaganti, il Corpo forestale o la Polizia provinciale «valutata l’impossibilità di adottare ulteriori atti dissuasivi per l’allontanamento del pericolo, provvedono all’abbattimento dell’animale con idoneo armamento» (un fucile o una carabina). La notizia ha suscitato un'ondata di polemiche tra gli animalisti per il dispositivo giudicato troppo cruento, nonché, il malcontento degli allevatori.

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