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Firenze, manifestazione in ricordo di Idy Diene: dieci mila in piazza

Accorrono da tutta Italia e si ritrovano a piazza Santa Maria Novella: sono circa 10mila e sfilano per lo più in silenzio per ricordare quello che era “un uomo di pace”.
A cura di Redazione
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Sono diecimila a piazza Santa Maria Novella a Firenze nella manifestazione in memoria di Idy Diene, il giovane senegalese ucciso lunedì scorso da un pensionato fiorentino, Roberto Pirrone. Italiani e senegalesi, tutti per ricordare il giovane ucciso sul ponte Vespucci, ricordando nei cartelli retti da una folla silenziosa che Idy "era un uomo di pace" e chiedendo "giustizia, giustizia". Dye Ndyaie presidente dell'associazione dei senegalesi del territorio fiorentino e presidente di Fasi, la Federazione delle associazioni Senegalesi in Italia, aveva anticipato che quella di oggi sarebbe stata "na manifestazione apartitica, apolitica", per portare in piazza "un grande evento di pace e fratellanza, per tutti, per le famiglie, per i bambini".

L'ex tipografo che ha ucciso Diene ha ribadito più volte di non aver scelto la sua vittima, tantomeno per il colore della pelle. Non ci sarebbe stato dunque un movente razzista, ma a Firenze è viva nella memoria delle persone l'uccisione di altri due segalesi, Samb Modou e Diop Mor nel 2011 – cui seguì il suicidio – da parte di Gianluca Casseri, simpatizzante dell'estrema destra. Presente anche al corteo anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, che era stato duramente contestato nei giorni scorsi.

Ieri, invece, la comunità senegalese ha comunicato di volersi autotassare per coprire i danni causati dalla precedente manifestazione. "Chi ha commesso quegli atti vandalici e violenti veniva da fuori e noi non li conosciamo", hanno fatto sapere i rappresentati della comunità senegalese; ciononostante "la nostra comunità non può permettere che accadano certe cose, Firenze fa parte della nostra storia e della nostra vita" e – quindi – l'autotassazione i cui proventi andranno nelle mani del primo cittadino per poter riparare ai danni causati il 6 marzo.

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