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Firenze, bimbo sordo multato sull’autobus perché non capisce il controllore

È polemica a Firenze dopo che un controllore ha multato un ragazzino disabile che ritornava da scuola e che non aveva capito di dover esibire l’abbonamento.
A cura di A. P.
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Un ragazzino sordo di soli 12 anni multato sul bus cittadino mentre ritornava da scuola a Firenze perché non aveva capito che il controllore chiedeva il biglietto. E’ accaduto martedì intorno alle 14 sull’autobus Ataf della linea 14 quando il dodicenne, sordo profondo che porta sull’orecchio destro un apparecchio ben visibile e parla un italiano stentato a causa del suo handicap, non ha capito cosa gli stesse chiedendo il controllore e non ha esibito l'abbonamento finendo per essere multato. Tornato a casa per pranzo in lacrime, il ragazzino ha mostrato alla madre il verbale dei controllori su cui erano riportate correttamente le sue generalità, nonostante lui non le sappia declinare. I genitori dopo aver  tentato in vari modi di mettersi in contatto con l'Ataf senza successo, si sono recati all'ufficio dell'azienda di trasporti ricevendo però solo il modulo per contestare la multa senza ulteriori spiegazioni. La madre del ragazzo però ora vuole vederci chiaro perché il12enne di sicuro avrà fatto qualcosa e di sicuro ha tirato fuori il diario con dentro i suoi dati, altrimenti non si spiega come il controllore abbia recuperato nome, cognome e indirizzo.

I genitori denunciano sopratutto l’insensibilità dimostrata dal controllore che ha preferito fare la multa al ragazzino umiliandolo di fronte agli altri senza capire la situazione particolare.  "Del resto che qualcosa non vada nel ragazzo è evidente a chiunque" ha dichiarato sconsolata la madre a Repubblica. Dopo essere stati interpellati dalla famiglia, sia l'assessorato alla mobilità del Comune di Firenze che il presidente della Regione, Enrico Rossi, hanno espresso il loro rammarico per l'accaduto invitando l'Ataf a chiarire l'episodio. Purtroppo però ora il ragazzino, temendo che ricapiti una cosa simile, si rifiuta di prendere l’autobus da solo. "Tutto quello che abbiamo fatto fino ad oggi, il tentativo nostro, della scuola, dei terapisti, di farlo sentire normale, e responsabile, in grado di prendere l'autobus da solo e andare e tornare a scuola da solo come gli altri, è stato azzerato da chi non ha dimostrato nemmeno un po' di pietas per un ragazzino già sfortunato" ha spiegato la madre.

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