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Ferrovie dello Stato, Pd: “Azzeramento cda è spartizione selvaggia di poltrone tra M5S e Lega”

Il Pd ha attaccato duramente il governo, dopo l’annuncio del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che ha fatto decadere i sette membri del cda di Ferrovie dello Stato, compreso l’amministratore delegato Renato Mazzoncini.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha azzerato ieri il cda di Ferrovie dello Stato. "Siamo il governo del cambiamento e pensiamo che non esista attività industriale soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini che non abbia un risvolto etico. Ora la barra si sposta Sui treni regionali e sui pendolari in termini di sicurezza e qualità dei loro spostamenti. E in tutto questo la ‘cura del Ferro' ha un ruolo fondamentale", ha spiegato il ministro, che si è avvalso della legge Frattini sul conflitto d'interessi. Toninelli ha stabilito inoltre che l'Anas e le Ferrovie non andranno accorpate. Sono decaduti quindi i sette membri del cda, compreso Renato Mazzoncini, rinviato a giudizio per truffa nell'ambito dell'inchiesta Umbria Mobilità. Il Mit e il Mef hanno chiesto ai consiglieri d'amministrazione di convocare l'Assemblea per il rinnovo dei vertici entro il prossimo 31 luglio.

"Abbiamo forti dubbi circa la legittimità della decadenza del consiglio di amministrazione delle Ferrovie. E li esploreremo tutti". Ha commentato l'ex ministro dei Trasporti Graziano Delrio in un'intervista al Corriere della Sera. Secondo il capogruppo Pd alla Camera l'azzeramento sarebbe illegittimo: "Non se ne capiscono le motivazioni, se non le mire spartitorie del governo e la volontà di smontare un gruppo solido come Fs. Le Ferrovie – ha spiegato – sono una società per azioni, per quanto pubblica, cosa c'entra lo spoils system? Di questo passo dunque cambieranno anche i vertici di Enel, Eni, ecc? La sete di potere sta offuscando la mente dei decisori". La conferma dei vertici di Fs a dicembre 2017, prima della loro naturale scadenza in primavera, è stata una decisione presa "perché c'era un'operazione straordinaria in atto: il conferimento di Anas in Fs, che richiedeva un aggiornamento del cda. Qui qual è la motivazione? Si contesta la mancanza di efficienza o di efficacia?". Delrio resta però scettico: "Hanno detto di aver chiuso i porti italiani e poi si è scoperto che non c'era uno straccio di provvedimento. Per smontare l'operazione servirà almeno un decreto". 

Critico anche il deputato Pd Michele Anzaldi: "Per cacciare prima della scadenza i vertici delle Ferrovie, i cui straordinari risultati non sono messi in discussione da nessuno, Toninelli dissotterra una dimenticata norma del 2002 del Governo Berlusconi, la Legge 15 luglio 2002 n. 145 firmata da Frattini, mai usata per colossi come le Fs. Così M5s e Lega possono procedere con l'ennesima occupazione selvaggia di poltrone. E avevano il coraggio di parlare di meritocrazia? Professionisti della lottizzazione, vergogna". 

Di "spartizione selvaggia" ha parlato anche il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci: "I vertici delle Ferrovie, una società che fattura 9 miliardi, spazzati via con un post di Facebook del ministro Toninelli. Lega e M5S si ripartiscono i settori di pertinenza, senza nessun riguardo delle professionalità, delle competenza e dell'esperienza. Avevano promesso la trasparenza, è in atto un accaparramento che non ha precedenti". 

"È curioso constatare come M5S e Lega quando si occupano di lavoro sono il governo della disoccupazione, quando si occupano di poltrone diventano il Governo dell'occupazione. L'unica preoccupazione di questi mesi è stata quella quella di occupare poltrone", ha scritto su Twitter la deputata ed ex presidente del FVG Debora Serracchiani.

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