Fece uccidere il padre dallo zio amante, condannata a 30 anni
Convinse lo zio con cui aveva una relazione ad uccidere il padre dopo aver tentato di farlo fuori un anno prima rivolgendosi ad un estraneo, per questo il Tribunale di Reggio Emilia ha condannato ieri a 30 anni di reclusione la 22enne Ylenia Moretti accusata di concorso materiale nell'assassinio di Rodolfo Moretti. Pena meno severa per lo zio della ragazza, Matteo Zanetti, 45 anni, giudicato autore materiale del delitto e condannato a sedici anni per le attenuanti. Il Tribunale di Reggio Emilia, che ha accolto in pieno le richieste del pubblico ministero, ha riconosciuto infatti per Ylenia le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi, ma anche il potere di un "ascendente psicologico" nei confronti dello zio e la mancata collaborazione in sede processuale. Una storia molto particolare visto che secondo gli inquirenti prima di arrivare al delitto, Rodolfo Moretti, operaio di Luzzara, si era salvato da almeno un paio di tentativi di omicidio architettati dalla figlia Ylenia con la complicità di varie persone.
La 22enne tre anni fa si mise in cerca di un killer che ammazzasse il genitore ritenuto da lei "un padre padrone violento" contattando anche diversi immigrati, ma il primo tentativo andò a vuoto. Smascherata, la ragazza finisce prima in carcere e poi ai domiciliari in casa degli zii. Qui la giovane intraprende una relazione con lo zio acquisito Matteo convincendolo più tardi ad ammazzare il padre. Un anno e mezzo dopo, a luglio 2011, sarà proprio Matteo Zanetti, cognato di Rodolfo Moretti, a sparare con il fucile a quest'ultimo davanti all'azienda agricola in cui lavorava.
