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Fa gli auguri su Facebook al collega gay per il suo matrimonio: pompiere finisce nei guai

Al vigile del fuoco contestata la condotta non conforme per aver pubblicato online gli scatti della coppia accanto ai mezzi di soccorso, esprimendo pubblicamente le sue congratulazioni.
A cura di Antonio Palma
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In occasione dell’Unione Civile di un collega gay aveva deciso di congratularsi pubblicamente con la nuova coppia di sposi pubblicando su Facebook anche alcuni scatti del felice evento. Tanto è bastato però ad un vigile del fuoco per finire nei guai con una procedura disciplinare attivata dai superiori nei suoi confronti con l'accusa di "Condotta non conforme ai principi di correttezza verso altri dipendenti del Corpo". "L'Imputato" è Giancarlo Damele, un pompiere  che rischia ora la sospensione fino a un massimo di tre mesi dal lavoro.

"Si è celebrato a Firenze un matrimonio gay tra un collega e il suo compagno, credo il primo nel nostro Corpo. Congratulazioni ai due sposi” aveva scritto nel post Damele, aggiungendo: “Visto che non è stata data abbastanza rilevanza alla cosa mi sembra l’occasione giusta per pubblicare le foto e rendere tutti partecipi di questo piacevole evento”. A corredo del post aveva pubblicato alcuni scatti del collega e del compagno israeliano immortalati nel giorno del grande passo accanto ai camion di servizio e ai colleghi in uniforme.

Qualcuno ha segnalato il post ai superiori e l'ufficio “contenzioso e disciplina” ha subito fatto scattare una lettera di contestazione. "Risulta agli atti di questo ufficio che la Signoria Vostra ha postato sul Social Network Facebook foto e commenti relativi ad una unione civile tra dipendente appartenente al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e il suo compagno, svoltosi a Firenze. Nel comportamento tenuto, in occasione dei fatti sopra descritti, si ravvisa pertanto la violazione dell’articolo 12 del Contratto nazionale (condotta non conforme ai principi di correttezza verso altri dipendenti), nonché in contrasto con i doveri di particolare correttezza che si richiedono ad un appartenente al Corpo" si legge nella lettera diffusa dal sindacato Usb.

"Ancora una volta si dimostra come si sia, specialmente in determinati ambienti, insofferenti verso alcune sfaccettature della vita privata di alcuni lavoratori come successe a me in prima persona quando partecipai al Pride in divisa e fui sottoposto a un provvedimento" ha spiegato il sindacalista dell’Usb Costantino Saporito al Fatto Quotidiano. Secondo la ricostruzione della difesa, in realtà tutto sarebbe partito dalla segnalazione del post, in forma anonima, alla polizia postale la quale a sua volta l’ha comunicato al corpo dei vigili del fuoco in quanto sotto il post comparivano commenti e alcune frasi di stampo omofobo.

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