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F35, l’ambasciatore USA: “L’Italia andrà avanti, nessun interesse a ridurre gli acquisti”

John Phillips, ambasciatore USA a Roma: “Noi abbiamo accordi con l’esercito italiano e si è detto che si andrà avanti. Forse si dovrà rallentare l’acquisizione, ma non credo ci sia alcun interesse nel ridurne il numero”.
A cura di Davide Falcioni
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All'indomani delle dichiarazioni del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha sostanzialmente confermato l'acquisto dei caccia F35 spiegando che in Italia "purtroppo non c’è cultura della difesa, che invece significa proteggersi", l'ambasciatore americano a Roma, John Phillips, intervistato dalla trasmissione 2Next ha affermato il nostro nostro paese completerà l'acquisto degli aerei da guerra: "Noi abbiamo accordi con l'esercito italiano e si è detto che si andrà avanti. Forse si dovrà rallentare l'acquisizione, ma non credo ci sia alcun interesse nel ridurne il numero". Il diplomatico ha spiegato che senza – se il governo rinunciasse all'acquisto, "tra 10 o 15 anni si rimarrebbe senza questi aerei e l'Italia svolge un ruolo molto importante nella difesa dei territori. Guardiamo cosa è successo in posti caldi come la Libia, l'Afghanistan, il Libano o l'Iraq".

Phillips ha ricordato il ruolo dell'Esercito italiano nelle missioni internazionali: "L'Italia ha una posizione strategica e ha bisogno di una capacità per poter affrontare tutte queste situazioni – sottolinea l'ambasciatore -. Siamo stati grandi partner, Italia e America insieme: però abbiamo bisogno degli investimenti militari e delle apparecchiature, per gestire tutto questo in futuro. E' importantissimo". Il diplomatico, infine, ammette di aver discusso degli F35 con Barack Obama durante l'ultima sua visita a Roma: "L'F35, per quanto riguarda gli aerei del futuro, è stato costruito da diversi Paesi, compresa l'Italia, ed è un'operazione congiunta. Sono i caccia che sostituiranno quelli esistenti nei prossimi 10, 15, 20 anni. E l'Italia deve guardare a quale tipo di apparecchiatura militare avrà tra 15 o 20 anni, soprattutto adesso che la questione della sicurezza diventa un problema, come in Ucraina. L'Europa e gli Stati Uniti devono svolgere il loro ruolo per avere una difesa solida. Posticipare questa decisione significa che tra 10 o 15 anni non si potrà partecipare alle decisioni degli altri Paesi europei".

In realtà il programma sugli F35 ha fatto storcere il naso anche a numerosi osservatori americani, fortemente perplessi per le problematiche che sono state ripetutamente riscontrate nel velivolo a livello tecnico. Il 27 marzo scorso il Goa (Government accountability office di Washington: trattasi dell’agenzia indipendente che fornisce al Congresso Usa auditing, indagini e valutazioni sui programmi di spesa) si è detto molto perplesso: “Persistenti problemi di software hanno rallentato i progressi -si legge nel documento – le capacità attese dal Corpo dei Marines nel luglio 2015 probabilmente non verranno consegnate in tempo e potrebbero subire ritardi fino a 13 mesi”.

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