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Eugenia, l’avvocatessa che difende i migranti picchiata dagli uomini di Alba Dorata

La donna in foto si chiama Eugenia Kouniaki ed è un’avvocatessa greca. Difende i migranti. E’ appena stata picchiata da una ventina di uomini di Alba Dorata. E per questo, cara Caterina figlia mia, che ho deciso di scriverti, anche se hai solo cinque anni.
A cura di Saverio Tommasi
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Eugenia Kouniaki
Eugenia Kouniaki

Cara Caterina, figlia mia. Mi rivolgo a te perché sei la più grande, anche se hai solo cinque anni.

La donna in foto si chiama Eugenia Kouniaki ed è un'avvocatessa greca. Difende i migranti. Non è truccata da Halloween.

Eugenia Kouniaki è appena stata picchiata da una ventina di uomini di Alba Dorata, fuori dal tribunale che vede gli esponenti dello stesso partito imputati per altre aggressioni. Firmano i pestaggi, sì.

Cara Caterina, te lo dico al volo con un pezzo breve che mi esce fuori dalle budella che si contorcono dalla rabbia, e so che non è il miglior modo per scrivere, e magari sembrerà una stronzata, ma te lo dico lo stesso: io ti voglio bene.
Di fronte a questa montagna di inumano, mi sento di dire la prima cosa umana che mi viene in mente: sei una bambina meravigliosa. Per questo ti scrivo queste righe, per raccontarti, che è una delle forme più alte per dimostrare a una persona di volerle bene, raccontarle delle storie. Alba Dorata è il partito fascista di cui Casa Pound dice "abbiamo lo stesso programma e un destino comune".

Quelli di Casa Pound che ad Ostia, nei giorni scorsi, hanno preso tanti tanti voti e dicono "aiutiamo gli italiani" e poi regalano un pacco di pasta in cambio di un voto. Ti ricattano con la fame. Fascisti, appunto.

Cara Caterina, io spero di no ma temo di sì: tu nella vita incontrerai qualcuno che ti dirà "sono fascista", o più probabilmente "lascia perdere, sono cose del passato, non c'è bisogno dell'Anpi, della memoria
e dei vecchi, pensiamo al futuro". E magari dicendolo abbozzerà un sorriso. Tu Caterina ricordati sempre che fra il primo uomo e il secondo è più pericoloso il secondo, perché è più difficile da riconoscere, un avversario, quando finge di stare seduto al tuo tavolo.
Cara Caterina, quando sentirai pronunciare quelle frasi guarda bene negli occhi chi le pronuncia, e non scordare la sua espressione, perché è la stessa di quando Caino ingannò Abele, di quando un uomo chiuse il portellone di un treno piombato mentre una bambina di cinque anni piangeva, e la stessa maledetta espressione di quei passanti che si voltavano dall'altra parte quando con i sacchi di sabbia, per non lasciare lividi, le squadracce picchiavano i lavoratori in sciopero che si organizzavano.

Caterina, chiudo questa lettera, questo pezzo, questo articolo, non so neanche come chiamarlo, con una frase di una donna meravigliosa. Tu Caterina tieni sempre questa frase nel taschino, perché fino a che avremo qualcosa di prezioso con noi, non avremo ancora perso: “Dire che il fascismo è un’opinione politica sarebbe come dire che la mafia è un’opinione politica" (Michela Murgia).

Ti voglio bene, Cate.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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