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Etiopia, Amnesty: “Cento persone uccise dalla polizia negli ultimi giorni”

Secondo Amnesty International negli ultimi giorni la polizia etiope avrebbe ucciso almeno cento manifestanti durante delle proteste pacifiche.
A cura di Davide Falcioni
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E' stato un weekend di sangue l'ultimo in Etiopia: nel paese africano, infatti, secondo Amnesty International la polizia avrebbe ucciso almeno cento persone, ferendone altre centinaia, aprendo il fuoco contro dei manifestanti pacifici che stavano sfilando in corteo nelle regioni a maggioranza Oromo e Amhara. L'organizzazione per la difesa dei diritti umani ha spiegato di aver appreso il numero di vittime da fonti assolutamente attendibili, anche se al momento il governo di Addis Abeba non ha confermato la notizia.

Lo scorso fine settimana migliaia di persone sono scese in strada in tutto il paese per chiedere riforme politiche, giustizia e stato di diritto nelle due regioni più popolose del Paese. Gli Amhara rappresentano il 27% della popolazione, mentre gli Oromo circa il 34%. Questi ultimi,, durante l'ultimo inverno, si erano fatti carico di violente manifestazioni contro il progetto del governo di inglobare terre agricole della propria comunità in una macroregione della capitale Addis Abeba. Le proteste portarono al ritiro del piano, ma rappresentarono un bagno di sangue: secondo Human Rights Watch, tra novembre e maggio centinaia di persone sono morte e decine di migliaia sono state arrestate.

Il mese scorso le violenze sono riprese soprattutto da parte degli Amhara, che hanno inscenato importanti proteste a seguito dell'intervento delle forze di polizia per arrestare alcuni leader accusati di "attività criminali". Per Amnesty International il massacro più grave sarebbe avvenuto nella città di Bahir Dar, capoluogo degli Amhara, dove in un solo giorno sarebbero state uccise almeno 30 persone. Altre 67 persone sono state assassinate in Oromia tra sabato e domenica, mentre non sono mancati gli arresti di centinaia d persone, condotte in centri di detenzione non ufficiali, tra cui basi dove vengono addestrate forze di polizia ed esercito. Michelle Kagari, direttore regionale di Amnesty,  ha dichiarato: "La risposta delle forze di sicurezza etiopi è stata forte, ma non sorprendente. Le forze di sicurezza etiopi hanno sistematicamente fatto ricorso a un uso eccessivo della forza nei loro errati tentativi di mettere a tacere le voci di dissenso".

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