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Opinioni
Guerra in Ucraina

Tutte le bugie dette dal ministro degli esteri russo Lavrov a Zona Bianca su Rete4

Nell’intervista andata in onda a Zona Bianca su Rete4, il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov ha detto una serie di conclamate bugie sull’invasione russa in Ucraina, mai interrotto da chi lo stava intervistando. Ecco quali sono.
A cura di Daniele Angrisani
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L'intervista al ministro russo Sergei Lavrov a Zona Bianca

Durante la puntata di ieri sera di Zona Bianca su Rete4, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha rilasciato la sua prima intervista ad una televisione occidentale da quando è iniziata l'invasione in Ucraina a fine febbraio. Si è trattato di una intervista nella quale Lavrov ha toccato una serie di punti – tra i quali un discusso accostamento tra Zelensky e Hitler – non mancando di argomentare le sue posizioni usando affermazioni chiaramente false o ingannevoli, senza un vero contraddittorio. Vediamole in dettaglio:

Terza guerra mondiale

"I mass media occidentali e i politici occidentali travisano ciò che viene detto dalle istituzioni russe", ha detto Lavrov, parlando dell'ipotesi della terza guerra mondiale, aggiungendo che la Russia non ha mai fermato gli sforzi per evitare una terza guerra mondiale.

Chissà se si tratta dello stesso Lavrov che lunedì 25 aprile parlando alla stampa russa aveva detto che "il pericolo di una terza guerra mondiale è concreto", viste le correnti tensioni e la presunta mancanza di volontà ucraina di trattare la pace.

E chissà se lo stesso Lavrov è uno spettatore dei programmi della televisione di Stato russa, dove di recente le minacce di terza guerra mondiale sono diventate la norma. Per riportare alcuni esempi:

Martedì 26 aprile 2022, durante la trasmissione “La sera con Vladimir Solovyov” (un altro grande ospite della televisione italiana), il presentatore aveva citato le parole di Lavrov affermando, cito testualmente che “se i Paesi occidentali decideranno di supportare l’Ucraina… Sergey Lavrov ha chiaramente detto loro che il risultato sarà la terza guerra mondiale”.

Nella stessa puntata Margarita Simonyan, la direttrice di Russia Today ha commentato: “Personalmente, ritengo che la via più realistica sia quella della terza guerra mondiale, conoscendo noi e il nostro leader, Vladimir Vladimirovich Putin, sapendo come funziona tutto da queste parti, è impossibile che ci arrenderemo”. Simonyan ha concluso affermando che "che tutto finirà con un attacco nucleare, per me, è più probabile di qualsiasi altra ipotesi. Ciò mi fa orrore, da un lato, ma dall'altro, almeno ne siamo consapevoli". Solovyov ha risposto: "Ma noi andremo in paradiso, mentre loro semplicemente creperanno".  Simonyan ha confortato il pubblico aggiungendo: "Tanto tutti moriremo prima o poi".

Ieri sera invece è stato il turno di un altro giornalista della TV di Stato russa, definito “il decano dei giornalisti di Stato russi”, Dmitry Kiselyov, che prima ha detto che basta un missile Sarmat per far scomparire il Regno Unito dalla faccia della terra, con tanto di infografica, e subito dopo ha anche ipotizzato la possibilità di scatenare uno tsunami radioattivo contro Londra e le altre città britanniche

I missili russi a Kyiv durante la visita del Segretario Generale delle Nazioni Unite

Riguardo l’attacco missilistico contro la capitale ucraina Kyiv durante la visita del Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, Lavrov ha detto: “"Noi abbiamo sempre avvertito quando il presidente Putin ha parlato dell'inizio di questa operazione speciale che i target sarebbero stati infrastrutture militari che si trovano in Ucraina”.

Peccato che a seguito di questo attacco sia stato colpito un edificio residenziale, causando la morte di una giornalista di Radio Svoboda, Vira Hirych, come annunciato dalla stessa radio, e riportato qui da Kyiv Post. Altre 4 persone sono state ricoverate in ospedale per ferite. Le immagini dell’edificio distrutto hanno fatto il giro del mondo.

Presenza di mercenari occidentali tra i difensori di Azovstal

Lavrov ha detto durante l’intervista che “tutte le polemiche… servono a distogliere l'attenzione su ciò che fanno i nostri colleghi occidentali e la situazione riguardo lo scontro nell'acciaieria Azovstal… ed ha a che fare sul fatto che sono presenti mercenari e ufficiali occidentali tra le fila dei radicali ucraini”.

Qui Lavrov sta citando una bizzarra teoria cospirativa apparsa già diversi giorni fa sulla TV di Stato russa, secondo cui Putin avrebbe fermato l’attacco all’acciaieria circondata in quanto vuole dimostrare al mondo che l’ultimo rifugio dei difensori ucraini ha al suo interno comandanti di primo piano di Paesi dell’Alleanza Atlantica e che distruggere l’acciaieria avrebbe impedito di identificarli quando la Russia ne avrà preso il controllo.

Si tratta di affermazioni senza alcuna prova, che rientrano nella linea di propaganda russa secondo cui Mosca in Ucraina sta in realtà combattendo contro l’Alleanza Atlantica, e non contro la resistenza e l’esercito ucraino. D’altronde si sta parlando qui anche delle stesse persone che per giorni hanno lasciato intendere che non vi erano più civili ad Azovstal – e solo nella giornata di ieri ne sono stati evacuati circa un centinaio.

La strage di Bucha

Probabilmente il momento in cui Lavrov ha detto più falsità è quando ha parlato in questo modo della strage di Bucha: “Il 30 marzo i militari russi sono usciti da Bucha. Il sindaco di Bucha ha dichiarato la vittoria dicendo che Bucha era tornata alla vita normale e poi dopo tre giorni hanno cominciato a far vedere questi morti”.

Nulla di più falso. Il video pubblicato da Anatoly Fedoruk risale al 1 aprile, non al 30 marzo. La sera dello stesso giorno era già apparso il primo video dei cadaveri su via Yablonska di Bucha ripreso nel pomeriggio, vale a dire proprio mentre Fedoruk pubblicava il suo video, e non “3 giorni dopo” come ha detto falsamente Lavrov.

Fedoruk inoltre aveva già rilasciato una intervista all'Adnkronos datata 28 marzo (due giorni prima del ritiro russo) in cui affermava chiaramente che nella città di cui è sindaco avvenivano “orrori simili a quelli della seconda guerra mondiale” ed aggiungeva che “alcuni cadaveri sono lì [per strada] dall'inizio dell'occupazione, li stanno mangiando i cani affamati”.

Questo senza parlare della quantità di video ed immagini riprese da droni e satelliti che mostrano chiaramente la presenza dei cadaveri nelle stesse posizioni in cui sono stati ritrovati ad inizio aprile, mentre per la strada sono presenti anche soldati russi. Per qualsiasi ulteriore dettaglio su questo argomento vi rimando un altro articolo da me pubblicato su Fanpage.itproprio sulla strage di Bucha.

La pace secondo i russi

Lavrov ha anche detto che Zelensky può decidere la fine della guerra in qualsiasi momento ordinando alle sue truppe di “interrompere le ostilità e lasciare andare tutti i civili”. Posto che chi finora sta impendendo ai civili di evacuare sono in primo luogo proprio le truppe russe – vedasi quanto accaduto a Mariupol, dove i russi hanno anche negato per giorni la presenza di civili intrappolati, prima di ammettere e consentire la loro evacuazione – ma ciò che sta chiedendo Lavrov rappresenta a tutti gli effetti una resa. Anzitutto la situazione sul campo in questo momento non da alcun motivo agli ucraini di arrendersi: infatti nel Donbass gli ucraini resistono ed hanno sostanzialmente bloccato l’offensiva russa, mentre in altre zone (come nella regione di Kharkiv) sono anche passati al contrattacco riconquistando insediamenti e villaggi per diversi km, come riporta l’ultimo aggiornamento al 1 maggio della situazione sul campo pubblicata dall’istituto americano Institute for the Study of War. Ma, andrebbe detto a Lavrov, che c’è un modo molto più semplice per porre fine immediatamente alla guerra: ovvero che il suo presidente Putin dia ordine alle truppe russe di porre fine all’invasione e ritirarsi sulle posizioni tenute il 23 febbraio 2022.

Intervistare Lavrov è stato un errore?

L’intervista a Lavrov da parte di Rete 4 di per sé non è un errore. Si tratta della prima intervista del Ministro degli Esteri russo da inizio invasione; quindi, è concepibile che la rete televisiva italiana abbia avuto tutto l’interesse a trasmetterla. Ciò che è inaccettabile è la mancanza di un contraddittorio ed aver consentito a Lavrov di dire tutte queste menzogne in diretta televisiva senza che gli sia stato fatto notare. Il paragone tra l’intervista di ieri sera di Lavrov e quella del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, concessa l’8 aprile a Sky News, in cui Peskov è stato più volte messo in difficoltà e messo all’angolo sulle menzogne russe, in particolare su Bucha, è a dir poco impietoso. Concludo citando un tweet di ieri sera del gruppo del Partito Popolare Europeo al Parlamento Europeo, riguardante l’intervista di Sergey Lavrov su Rete 4: “La macchina della propaganda del Cremlino non può [e non deve, aggiungo, ndt] avvelenare le menti degli europei”. Purtroppo ieri è accaduto tutto il contrario, ed è stata una pagina pessima del giornalismo italiano.

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Daniele Angrisani, 43 anni. Appassionato da sempre di politica internazionale, soprattutto Stati Uniti e Russia. 
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