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Tre donne, tre attiviste, tre vincitrici: le protagoniste del Nobel per la pace 2011

Le tre vincitrici del premio Nobel per la pace 2011: Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia, la sua concittadina Leymah Gbowee, avvocato e attivista famosa per lo “sciopero del sesso” e Tawakkul Karman, giornalista e attivista yemenita. Ripercorriamo la loro storia.
A cura di Susanna Picone
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Le tre vincitrici del premio Nobel per la pace 2011: Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia, la sua concittadina Leymah Gbowee, avvocato e attivista famosa per lo “sciopero del sesso” e Tawakkul Karman, giornalista e attivista yemenita. Ripercorriamo la loro storia.

È un Nobel per la pace al femminile quello di quest’anno. Sono state infatti premiate tre donne, un presidente e due attiviste scelte dalla Commissione di Oslo per “la loro lotta non violenta a favore del processo di costruzione della pace”.

Scopriamo chi sono le tre protagoniste: Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman.

Ellen Johnson Sirleaf

Ellen Johnson Sirleaf

Classe 1938, Ellen Johnson Sirleaf, mamma di quattro figli, nasce come politica e economista ed è, dal 2006, presidente della Liberia. Già per questo ricopre un primato: è la prima donna nera nel mondo presidente di uno stato ed è anche la prima donna eletta come capo di stato nel continente africano.

Ricchissima la formazione di Ellen che si diplomò al College of West Africa per poi conseguire il "Bachelor of Business Administration" in contabilità nel Wisconsin nel 1964, nel 1970 un diploma in economia presso l’Università del Colorado e un Master di "Public Administration" ad Harward nel 1971.

Dopo Harward ritorna nella sua terra dove diventa Assistant Minister delle Finanze sotto l’amministrazione di William Tolbert, il quale però nel 1980 fu rovesciato e ucciso e costrinse la donna all’esilio a Nairobi, in Kenya. Lì, Ellen Johnson Sirleaf lavorò per la Citibank.

Tornata nel 1985 per partecipare alle elezioni del Senato della Liberia ebbe il coraggio di accusare pubblicamente il regime di Doe e per questo fu condannata a dieci anni di prigione che, sebbene fu rilasciata dopo poco tempo, le costarono la decisione di allontanarsi dalla Liberia per trasferirsi a Washington. Nel suo Paese tornò solo nel 1997 nel ruolo di economista.

Unico neo, forse, della sua lunga vita che potrebbe far risentire qualcuno per l’attribuzione del Nobel consiste nell’appoggio, da parte del presidente, della ribellione sanguinaria di Charles Taylor contro Doe. Dopo questo iniziale supporto però Ellen decise di opporsi allo stesso Taylor e correre contro di lui alle elezioni presidenziali del 1997 quando raggiunse però solo il 10% dei voti contro il 75% di Taylor. Ci riprovò nel 2005 quando, nel primo turno, arrivò seconda e andò al ballottaggio con l’ex calciatore George Weah. La Commissione Elettorale Nazionale della Liberia dichiarò, nel novembre del 2005, Johnson Sirleaf presidente eletto della Nazione con un margine pari a quasi il 20% dei voti.

Da sempre la donna ha lottato per aiutare il suo Paese a “divenire un faro splendente e un esempio per l’Africa”.

Leymah Gbowee

Leymah Gbowee

Leymah Gbowee, mamma di sei figli, è un’attivista liberiana oggi avvocato ottantenne famosa soprattutto per aver organizzato un movimento per la pace che pose fine alla seconda guerra civile in Liberia nel 2003 e per aver aperto la strada alla possibilità di eleggere una donna come presidente. La sua formazione conta un master in “Arts in Conflict Transformation” alla Eastern Mennonite University di Harrisonburg, in Virginia ed oggi ricopre la carica di direttore esecutivo della “Women Peace and Security Africa” con sede in Ghana.

Profondamente convinta delle potenzialità delle donne, Leymah ha speso la sua intera vita per guidarle ed ottenere quella pace ricercata sin dai tempi della sua giovinezza così come ha sempre lavorato per il recupero degli ex bambini soldato dell’esercito di Taylor, bambini che venivano trasformati in vere e proprie macchine da guerra.

Ha recentemente pubblicato la sua autobiografia “Mighty Be Our Powers: How Sisterhood, Prayer, and Sex Changed a Nation at War”. Leymah Gbowee è inoltre diventata famosa per l’iniziativa dello “sciopero del sesso”. L’attivista è stata infatti una delle donne africane a promuovere e poi applicare l’idea dell’antica Grecia di usare lo sciopero del sesso per fermare le guerre.

Un messaggio chiaro: non ci saranno donne laddove non c’è la pace: grazie a questa iniziativa il regine di Charles Taylor fu costretto ad ammetterla al tavolo delle trattative per la pace.

Tawakkul Karman

Tawakkul Karman

Tawakkul Karman è la più giovane tra le donne premiate. Una yemenita di 32 anni, con 3 figli e leader della protesta femminile contro il regime yemenita.

È la “giornalista senza catene”, appellativo che le è stato regalato perché fondatrice dell’associazione “Giornalisti senza catene”. È da sempre impegnata politicamente, militante nel partito islamico e conservatore Al Islah, il primo gruppo di opposizione nello Yemen. Un attivismo che nel gennaio di quest’anno le è costato caro, è stata infatti arrestata dalle autorità yemenite dopo che aveva trascorso dei mesi nella Piazza del Cambiamento di Sanaa invocando libertà e democrazia per lo Yemen. All’arresto però fece seguito una manifestazione organizzata in suo sostegno che portò in strada migliaia di persone e costrinse il governo a rilasciare la giornalista.

Tawakkul Karman che da anni ormai si batte per la democrazia nel suo Paese e per i diritti delle donne ha dedicato a queste ultime e ai militanti della primavera araba il suo Nobel. A 32 anni è la prima donna araba ad essere insignita del premio Nobel per la pace.

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