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Guerra in Ucraina

“Torturavamo e stupravamo i prigionieri di guerra in Ucraina”. L’ammissione di un ex ufficiale russo

Konstantin Y., ex ufficiale russo fuggito alcuni mesi fa dal suo Paese, ha raccontato alla BBC gli abusi, le torture e le umiliazioni inflitte ai prigionieri di guerra ucraini.
A cura di Davide Falcioni
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Un ex ufficiale dell'esercito russo ha confermato che le forze armate di Mosca hanno torturato e stuprato soldati ucraini. In un'intervista rilasciata alla BBC Konstantin Y., in passato alto graduato russo ed oggi disertore, considerato in patria un traditore, ha raccontato gli abusi commessi dai suoi ex commilitoni in un sito del sud dell'Ucraina, dove "interrogatori brutali e torture sono proseguiti per oltre una settimana", e dove le violenze si praticavano "ogni giorno e ogni notte".

Dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina, lo scorso 24 febbraio, Konstantin è stato schierato al fronte ma in seguito ha rifiutato di combattere ed è stato licenziato dall'esercito. Dopo la diserzione è stato costretto a lasciare il suo Paese, ma ha ancora vivo nella sua memoria il ricordo di quello che ha visto. Alla BBC l'ex tenente ha raccontato i crimini di guerra ai quali ha assistito, le torture e i maltrattamenti ai prigionieri ucraini, i saccheggiamenti delle case, gli interrogatori brutali e le minacce di stupro.

"I miei camerati rubavano persino tosaerba e biciclette"

Dopo aver partecipato a un'esercitazione militare in Crimea, svolta ai primi di febbraio dello scorso anno, tre giorni dopo l'inizio dell'invasione Konstantin  è stato spedito Melitopol insieme a un plotone di fucilieri. L'ex tenente ha preso partecipato all'occupazione dell'aeroporto della città e raccontato alla BBC: "Soldati semplici e ufficiali hanno rubato di tutto, persino tosaerba, vecchie biciclette, secchi, asce. Hanno caricato tutto nei camion dell'esercito".

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La minaccia di stupro a un prigioniero: "Ti trasformeremo nella nostra ragazza"

Ma il peggio doveva ancora arrivare. Nell'aprile del 2022 Konstantin è stato inviato nella città di Bilmak, a nord-est di Melitopol. Lì, dice di aver assistito a interrogatori e maltrattamenti di prigionieri ucraini. Ricorda un giorno in cui furono portati davanti a lui tre uomini: "Uno di loro ammise di essere un cecchino. Un colonnello russo gli tirò giù i pantaloni, gli chiese se era sposato e gli disse: ‘Ora ti trasformeremo nella nostra ragazza‘". L'ex ufficiale russo ha raccontato di aver assistito a molti altri episodi di umiliazione e tortura di ucraini: "Una volta il colonnello sparò a un braccio e a una gamba a un prigioniero. Gli mettemmo addosso un'uniforme russa e lo portammo in ospedale. Ricordo che gli dissi: ‘Non dire di essere un prigioniero di guerra ucraino o i medici si rifiuteranno di curarti'".

Pochi mesi dopo, tornato in Cecenia, Konstantin ha scritto la sua lettera di dimissioni dall'esercito russo, in seguito alla quale è stato licenziato ed è stato costretto a lasciare il Paese.

ONU: "Sia i russi che gli ucraini hanno commesso crimini di guerra"

Torture, esecuzioni sommarie e maltrattamenti sono stati documentati dall'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite dopo aver intervistato più di 400 prigionieri di guerra, sia ucraini che russi. "Entrambe le parti belligeranti hanno commesso crimini di guerra", ha dichiarato nei mesi scorsi Matilda Bogner, capo del team di monitoraggio dell'ONU in Ucraina. I prigionieri, sottoposti a lunghi interrogatori, sono stati percossi, folgorati con scariche elettriche, appesi per i piedi e picchiati. Spesso sono stati negati loro acqua e cibo e non di rado sono state eseguite esecuzioni sommarie su detenuti sia ucraini che russi.

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