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Covid 19

“Sparate a tutti”: il pugno duro del presidente delle Filippine contro chi viola la quarantena

Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha avvertito i suoi concittadini che è pronto ad usare la forza contro chi violerà la quarantena durante l’emergenza Coronavirus. Nel corso di un intervento in tv, ha dichiarato: “Non sfidateci e non danneggiate medici e operatori sanitari perché è un crimine grave. In caso contrario i miei ordine alla polizia sono chiari: sparategli”. Ira di Amnesty International: “Forza letale mai indicata come metodo contro la pandemia”
A cura di Ida Artiaco
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"Bisogna sparare a tutti". Non ha usato mezzi termini il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte per intimorire tutti coloro che pensano di poter violare la quarantena durante l'emergenza Coronavirus. Per il momento si tratta solo di un avvertimento, ma non è escluso che Duterte dalle parole possa passare ai fatti. "È fondamentale che tutti seguano gli ordini in questo momento così delicato – ha detto nella serata di mercoledì in diretta tv -.  Non sfidateci e non danneggiate medici e operatori sanitari perché è un crimine grave. I miei ordini alla polizia e ai militari, se qualcuno crea problemi o le loro vite sono in pericolo, sono chiari: sparategli". Contro di lui, si è mossa Amnesty International che lo ha invitato a porre immediatamente fine a qualsiasi incitamento alla violenza, quale "segno distintivo della sua presidenza. La forza letale e non controllata non dovrebbe mai essere indicata come un metodo per rispondere a un'emergenza come la pandemia di Coronavirus", come ha detto il direttore della sezione filippina dell'organizzazione, Butch Olano.

Le sue parole arrivano dopo che i residenti di una baraccopoli di Quezon City,  sull’isola di Luzon, hanno inscenato una protesta lungo un'autostrada vicino alle loro baraccopoli, sostenendo di non aver ricevuto pacchi di cibo e altre forniture di soccorso da quando il blocco per contenere il nuovo virus è iniziato più di due settimane fa, come riporta Al Jazeera.  Il tutto si è concluso con l'arresto di 20 persone e gli agenti di polizia che hanno convinto i manifestanti a rientrare nelle loro case. Si tratta di cittadini molto poveri, che dipendono per la maggior parte da lavori giornalieri, interrotti bruscamente in seguito alla chiusura decisa dalle autorità. "Siamo qui per chiedere aiuto a causa della fame. Non ci è stato dato cibo, riso, generi alimentari o denaro. Non abbiamo lavoro. A chi ci rivolgiamo?", ha detto prima di essere arrestata Jocy Lopez, 47 anni, che ha guidato il gruppo di residenti durante la protesta. Sempre Duterte ha promesso ai cittadini l’assistenza del governo, spiegando che “anche se in ritardo, arriverà e nessuno morirà di fame”. Ma la tensione cresce in tutto il Paese. Intanto, sale anche il numero dei casi di Covid-19, che hanno raggiunto quota 2.311, mentre sono 96 le vittime.

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