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Siria, le violenze continuano durante la tregua: mille soldati americani si ritirano verso l’Iraq

A quanto riferisce la Mezzaluna rossa curda, sarebbero almeno venti i civili curdi uccisi dall’inizio della tregua. Il ministero della Difesa turco, denuncia invece l’uccisione di un suo soldato e riferisce che i militari hanno quindi aperto il fuoco per difesa. Nel frattempo, come stabilito dall’accordo fra Ankara e Washington, circa mille soldati americani si stanno ritirando verso l’Iraq.
A cura di Annalisa Girardi
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Nonostante il cessate il fuoco, continuano le violenze nel Nord-Est dellla Siria. A quanto riferisce la Mezzaluna rossa curda, sarebbero almeno venti i civili curdi uccisi dall'inizio della tregua annunciata giovedì. "Dall'accordo di cessate il fuoco tra le forze democratiche siriane (Fds) e il governo turco, le squadre della Mezzaluna rossa curda hanno registrato 20 civili uccisi e 20 feriti", ha comunicato la Ong. Le violenze si sarebbero concentrate nella città di Ras al Ain, verso il confine.

Secondo il ministero della Difesa di Ankara, invece, un soldato turco sarebbe rimasto ucciso dalle forze curde: "Uno dei nostri eroici compagni è caduto martire e un altro è stato ferito dopo un attacco con proiettili anti-carro e di armi leggere da parte di terroristi mentre erano in missione di ricognizione e sorveglianza", ha scritto il governo in una nota, specificando che le milizie turche hanno dunque "risposto al fuoco per difesa".

Intanto la Turchia continua a spingere gli Stati Uniti perché usino la loro influenza affinché le forze curde si ritirino: circa mille soldati americani si stanno già spostando verso l'Iraq, da dove continueranno le operazioni contro il sedicente Stato islamico, ha detto il segretario americano della Difesa, Mark Esper. "Siamo impegnati a questo accordo: entro 5 giorni se ne dovrebbero andare e abbiamo detto ai nostri colleghi americani di usare la loro influenza, le loro connessioni per assicurarsi che se ne vadano senza incidenti", ha invece commentato il portavoce del presidente turco, Ibrahim Kalin.

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