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Colombia, la polizia ha ucciso 42 persone che manifestavano contro la privatizzazione della sanità

Sono almeno 42 le vittime delle proteste scoppiate in Colombia lo scorso 28 aprile i diverse città del paese: violenta la repressione della polizia e gli scontri con i manifestanti scesi in piazza per protestare contro la riforma fiscale e quella del sistema sanitario. Da ieri sono partite le trattative fra il governo e il Comitato nazionale per strutturare delle riforme che possano far fronte alla sempre più crescente disoccupazione in Colombia e che possano mettere un freno alla privatizzazione della sanità. Mentre a Popayan si protesta dopo la notizia del suicidio della 17enne Allison Melendez fermata dalla polizia accusata di aver abusato di lei.
A cura di Chiara Ammendola
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Dallo scorso 28 aprile la Colombia sta affrontando uno dei momenti più difficili della sua storia più recente. Manifestazioni e proteste vanno avanti senza sosta contro il presidente Ivan Duque e alcune delle riforme proposte nei mesi scorsi che riguardano in particolare quella fiscale con un aumentato dell'Iva e della base imponibile e l'eliminazione di varie esenzioni fiscali per i contribuenti a medio e basso reddito, oltre al progetto di riforma del sistema sanitario, destinato a una maggiore privatizzazione. Settimane e settimane di cortei e manifestazioni per le strade delle principali città del Paese Sudamericano e una sempre più violenta repressione da parte della polizia. Drammatico il bilancio: almeno 42 i morti, stando a quanto riportato dall'ufficio del difensore civico e centinaia di feriti alcuni dei quali gravi. Ma le tensioni non accennano a placarsi nonostante il passo indietro del governo rispetto alla riforma fiscale: i cittadini chiedono infatti il ritiro del progetto di riforma sanitaria, e delle conseguenti privatizzazioni, il rafforzamento di una campagna massiccia di vaccinazioni, un salario minimo garantito e la difesa della produzione nazionale.

La portavoce degli studenti: Abbiamo il diritto di protestare pacificamente

Intanto, dopo 17 giorni di proteste, è partita ieri a Bogotà, capitale della Colombia, una trattativa fra il governo e il Comitato nazionale per strutturare delle riforme che possano far fronte alla sempre più crescente disoccupazione nel Paese. Si tratta di un primo passo per tentare di placare le proteste che però non ha trovato il benestare di gran parte dei manifestanti e delle associazioni scese in piazza in queste settimane. La rappresentante degli studenti Jennifer Pedraza ha sottolineato la necessità di garanzie da parte del governo affinché venga garantito il pacifico svolgimento delle proteste nel Paese e ha denunciato a gran voce la violenta repressione delle manifestazioni in corso.

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Sul tavolo dei negoziati le riforme per far fronte alla disoccupazione

L'alto commissario per la pace Miguel Ceballos ha assicurato che il governo "accoglie con favore la volonta' del Comitato nazionale per la disoccupazione di iniziare il tavolo dei negoziati", mentre il ministro del Lavoro, Angel Custodio Cabrera, ha ringraziato le Nazioni Unite e la Chiesa per i loro sforzi per unire le parti. "In questo incontro cominceremo a cercare tutti i punti di accordo che il Paese chiede", le sue parole. Appelli affinché le violenze si plachino nel paese sono giunte da diverse associazioni umanitarie, Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani, ha denunciato che la polizia, a Buga, ha ripetutamente lanciato gas lacrimogeni fin dentro abitazioni e condomini, raggiungendo anche un minore di cinque anni. Nel bellissimo centro storico, cinque giovani studentesse sono state picchiate a manganellate".

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Il suicidio della 17enne Allison Melendez: Sono stata violentata dagli agenti di polizia

Intanto il clima di tensione ha raggiunto anche alla città di Popayan, diventata centro delle proteste contro il governo ma soprattuto di scontri con la polizia dopo la notizia dell'uccisione del giovane Sebastian Quintero e di quella della diciassettenne Allison Melendez. Tanti i quesiti senza domanda che riguarda proprio la morte della 17enne che, secondo quanto riportato dalla stampa colombiana, si è suicidata dopo essere stata violentata da alcuni agenti di polizia. Il 14 maggio era stata fermata durante alcune proteste e portata via con la forza dai poliziotti. Gruppi di manifestanti hanno dato fuoco al commissariato dove la giovane era stata portata. Il capo della polizia colombiana ha smentito la notizia degli abusi bollandola come "fake news" messa in piedi per screditare gli agenti.

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