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Padre e figlio siriani mutilati dalla guerra in Italia per le protesi: “Ora potrò andare a scuola”

Arriveranno in Italia Munzir al-Nazzal e il piccolo Mustafa, padre e figlio siriani mutilati dalla guerra, per ricevere protesi e cure a lungo termine. La loro storia è nata da una foto vincitrice di un concorso a Siena.
A cura di Chiara Ammendola
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Una foto apparentemente come tante dietro la quale, come spesso accade, si nascondono nomi, volti e soprattutto storie. Come quella di Munzir al-Nazzal e del piccolo Mustafa, padre e figlio siriani entrambi mutilati e vittime, dirette e indirette, della guerra senza fine portata avanti dal regime di Bashar al-Assad. Sono stati immortalati lo scorso autunno in una fotografia dell'artista turco Mehmet Aslan che ha poi vinto il "Siena International Photo Award" 2021. Una foto che ha fatto il giro del mondo, dando vita anche a una raccolta fondi, e che ha portato la famiglia di Munzir al-Nazzal a raggiungere l'Italia dalla Turchia, dove si erano rifugiati per scampare alla guerra siriana.

La foto, premiata a Siena, di Munzir al Nazzal e del figlio Mustafa
La foto, premiata a Siena, di Munzir al Nazzal e del figlio Mustafa

È qui, nel nostro paese, che riceveranno le protesi grazie alle quali potranno tornare a camminare, o farlo per la prima volta, come nel caso del piccolo Mustafa, affetto sin dalla nascita, dalla tetra-amenia, ovvero la mancanza di tutti e quattro gli arti. Sono arrivati alle 17 di oggi pomeriggio all'aeroporto di Fiumicino a Roma. Dopo la quarantena, il passaggio per Siena, dove incontreranno Luca Venturi, curatore della mostra che ha premiato la loro foto, e colui che ha deciso di aprire una raccolta di denaro, che ha permesso di raccogliere circa 100 mila euro. Soldi grazie ai quali la famiglia ha potuto raggiungere l'Italia e renderà possibili le cure mediche a lungo termine per padre e figlio che avverranno nel Bolognese, presso il Centro protesi di Vigoroso di Budrio.

Una storia di solidarietà nata da uno scatto e che ha coinvolto centinaia di migliaia di persone che hanno voluto aiutare Munzir al-Nazzal e la sua famiglia: in Italia infatti arriveranno anche  le due sorelle di Mustafa e la madre, Zeibab, a cui sarà fornito vitto, alloggio e supporto per l'integrazione, grazie alla Caritas di Siena. "Mi ha subito domandato se potrà andare e scuola" ha spiegato il padre nei giorni scorsi in alcune interviste rilasciate dopo la notizia dell'imminente arrivo in Italia. In un video, rilasciato a La Repubblica, ha voluto ringraziare l'Italia definendola la loro nuova patria: "Sono così felice, Mustafa è felice e ora non dovrò più mentire, potrò dirgli che avrà una vita e potrà giocare".

Munzir al Nazzal e il figlio Mustafa
Munzir al Nazzal e il figlio Mustafa

Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale ha espresso profonda soddisfazione per l'arrivo in Italia della famiglia che ha visto il suo destino cambiare nel 2016 quando una bomba, sganciata sul mercato di Idlib dagli aerei del regime di Assad, li ha colpiti. Muznir ha perso una gamba ed è rimasto gravemente ferito mentre Zeinab che era incinta ha pagato le conseguenze di quel gas nervino inalato alla nascita di Mustafa. Non è chiaro se sia stato quello o le cure alle quali è stata sottoposta in Turchia dopo la bomba a danneggiare irreparabilmente il feto: il piccolo Mustafa infatti è nato affetto da tetra-amelia, malattia genetica rarissima che ha portato alla mancata formazione delle braccia e delle gambe, in parte o totalmente. Dopo tre anni in Turchia, dove hanno trovato rifugio dalla guerra, inizieranno la nuova vita in Italia. "Mi fa piacere pensare a Siena come un centro accogliente e mi emoziona il fatto che una foto e noi nel nostro piccolo, siamo riusciti a smuovere tutto questo – le parole di Luca Venturi, organizzatore del festival fotografico – il resto ce lo ha messo la generosità della gente, che ha voluto dare un futuro stabile a queste persone".

foto da Twitter
foto da Twitter

Sono finalmente atterrati a Roma Muznir, suo figlio Mustafa e il resto della famiglia. Sono arrivati all'aeroporto di Fiumicino intorno alle 17 di questo pomeriggio. Ad accoglierli, giornalisti, civili e autorità. La famiglia siriana raggiungerà presto Siena per incontrare l'organizzatore della mostra, Luca Venturi, che aveva premiato la foto che li ritraeva. La famiglia dovrà osservare una quarantena di 10 giorni prima di dare il via al percorso di cure.

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