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Covid 19

No della Svezia al lockdown, ma gli esperti avvertono: “Entro aprile probabili 5 milioni di casi”

La Svezia continua ad essere l’unico paese in Europa ad aver detto no al lockdown totale per l’emergenza Coronavirus. Anche se sono state sospese la manifestazioni sportive e gli assembramenti di più di 50 persone, la quarantena è ancora su base volontaria e le scuole e i bar sono aperti. Ma secondo Tom Britton, professore di matematica dell’Università di Stoccolma, entro fine mese metà della popolazione potrebbe essere contagiata”.
A cura di Ida Artiaco
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Limiti ai farmaci e stop alle visite nelle case di cura degli anziani, ma bar, pub e scuole restano aperte. Fa ancora discutere la decisione della Svezia, unico Paese in Europa a dire no al lockdown nel pieno dell'emergenza Coronavirus. Nessun restringimento delle libertà personali, dunque. Non sono consentiti gli assembramenti di più di 50 persone, sono stati sospesi gli eventi sportivi e le manifestazioni pubbliche, sono previsti una serie di incentivi a chi sceglie la via dello smart working. Ma la quarantena continua ad essere su base volontaria, nonostante gli ultimi dati parlino di circa cinquemila pazienti infetti, di cui 393 in terapia intensiva, e 239 vittime. Perché il governo abbia deciso per questa soluzione, lo ha spiegato al Corriere della Sera Anders Tegnell, famoso epidemiologo, che è anche direttore dell’Agenzia di sanità pubblica del Paese scandinavo.

"Cercare di fermare l’epidemia potrebbe anche risultare controproducente perché una volta che riprende la catena di contagi, è possibile che la situazione diventi anche peggiore”, ha spiegato il medico. Dunque, l'obiettivo sarebbe quello di cercare di rallentare il virus, scegliendo la via di una sorta di contagio graduale, "perché crediamo che questa malattia non se ne andrà così presto, e dovremo conviverci a lungo. Almeno fino all’introduzione di un vaccino, e questo richiederà anni", ha concluso Tegnell. Nel caso in cui qualcuno mostri i primi sintomi della malattia, "abbiamo detto di stare a casa, informando il proprio medico su come evolve la malattia. In caso di peggioramento procediamo al ricovero. Nelle ultime due settimane abbiamo raddoppiato in tutta la Svezia i posti di terapia intensiva, e quindi abbiamo ancora il controllo della situazione".

Ma non tutti sono d'accordo con questo indirizzo. Tom Britton, professore di matematica dell'Università di Stoccolma, ha affermato alla tv locale SVT che esiste la possibilità, stando ad alcuni modelli matematici, che fino a un milione di persone siano già state infettate dal virus. Secondo i suoi calcoli, entro la fine del mese di aprile la Svezia potrebbe registrate 5 milioni di casi positivi, pari alla metà della popolazione. "Successivamente, la diffusione dell'infezione non si fermerà, ma rallenterà leggermente, in modo che circa i due terzi (della popolazione) sarà infettato entro la fine di maggio", ha aggiunto. La scorsa settimana almeno duemila medici, scienziati e professori, come riporta il quotidiano Express, hanno firmato una petizione per chiedere al governo misure di allontanamento sociale più rigorose per evitare una vera e propria catastrofe. Ma al momento, in Svezia tutto continua come sempre, almeno in parte.

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