1.295 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Mohammed, unico superstite di un naufragio: “Per 11 giorni in mare, nessuno ci ha aiutati”

Mohammed Adam Oga, un migrante etiope, ha raccontato in un’intervista al Times Of Malta il naufragio di cui è stato protagonista insieme ad altre 14 persone. Lui è stato l’unico a sopravvivere per 11 giorni in mare: “Sono passate delle barche e anche un elicottero, urlavamo disperati: ‘Aiuto! Aiuto!’, ma nessuno si è fermato”.
A cura di Davide Falcioni
1.295 CONDIVISIONI
Immagine

Per undici giorni in mare senza cibo e acqua, mentre i suoi compagni di viaggio morivano uno a uno. E' la terribile storia di Mohammed Adam Oga, un migrante salvato da una motovedetta di Malta lunedì scorso e da allora ricoverato in ospedale con una grave disidratazione ma fortunatamente ancora vivo. Intervistato dal Times Of Malta ha raccontato il naufragio di cui è stato protagonista: "Eravamo in 15 tra cui una donna incinta. Non avevamo né acqua, né cibo, né carburante. Siamo partiti il primo agosto dalla spiaggia libica di Zaywa. Abbiamo pagato 700 dollari. I trafficanti ci hanno dato un Gps e ci hanno detto: andate verso Malta. Prima è finita la benzina, poi l'acqua e poi il cibo. Abbiamo cominciato a bere acqua di mare. Dopo cinque giorni sono morte le prime due persone. Poi ogni giorno ne morivano altre due". Mohammed  era ormai allo stremo delle forze, convinto che la stessa sorte sarebbe capitata anche a lui, quando una motovedetta de La Valletta ha avvistato il gommone salvandolo, unico superstite, unico testimone della sorte capitata ai suoi compagni di viaggio. "Sono passate delle barche e anche un elicottero, urlavamo disperati: ‘Aiuto! Aiuto!', ma nessuno si è fermato. All’undicesimo giorno, abbiamo iniziato a bere acqua del mare. Eravamo in quindici. Sono l’unico sopravvissuto: eravamo in 15 a bordo".

Mohammed Adam Oga è di nazionalità etiope. Dirigente politico con il Fronte di liberazione di Oromo, che fa campagne per l'indipendenza della regione di Oromia, ha deciso di fuggire vivendo prima in Eritrea poi in Sudan per poi arrivare in Libia. Lì, dopo aver conosciuto un uomo, ha deciso di imbarcarsi per l'Europa insieme ad altre 14 persone. La partenza è stata fissata il primo agosto da Zawiya e il naufragio è avvenuto quasi subito. Mohammed, in un passaggio della sua testimonianza, ha raccontato di aver tentato insieme agli altri suoi compagni di attirare l'attenzione di barche ed elicotteri che li avevano avvistati, ma nessuno si è fermato. "Abbiamo visto molte barche. Abbiamo gridato: ‘Aiuto, aiuto!' Ci sbracciavamo, disperati per farci ascoltare. Ma nulla. Un elicottero è passato e se ne andato". Degli altri naufraghi spiega: "Sono morti nella barca. Faceva molto caldo ed eravamo oramai senza cibo né acqua". Tra loro c'era anche una donna incinta. Anche per lei non c'è stato nulla da fare.

1.295 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views