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Medio Oriente, fonti ANSA: “L’Isis si sta riorganizzando in Siria e Iraq”

Fonti hanno riferito all’Ansa che lo Stato Islamico non è stato ancora definitivamente sconfitto ma si starebbe riorganizzando  lungo la valle dell’Eufrate in Siria sull’onda del malcontento delle popolazioni locali per la presenza di truppe straniere, come quelle russe, iraniane e statunitensi, ritenute ostili e di altre, come quelle curde, guardate con sospetto.
A cura di Davide Falcioni
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Lo Stato Islamico non è stato sconfitto come sostenuto negli ultimi mesi da molti osservatori internazionali ma si starebbe riorganizzando  lungo la valle dell’Eufrate in Siria, ricca di risorse energetiche, sull'onda del malcontento delle popolazioni locali per la presenza di truppe straniere, come quelle russe, iraniane e statunitensi, ritenute ostili e di altre, come quelle curde, guardate con sfiducia. E' quanto fonti siriane hanno riferito all'Ansa, facendo notare come anche negli ultimi giorni nella Siria orientale e centrale si siano intensificate le azioni militari rivendicate dall’Isis. Le fonti, che non sono autorizzate a parlare con i media e che non possono essere identificate per motivi di sicurezza, provengono dalla regione siriana di Dayr az Zor, da una parte controllata dalle forze russe, iraniane e governative siriane e dall’altra in mano alle forze curde e americane.

Dopo aver controllato la regione orientale siriana e ampie zone dell’Iraq nord-occidentale dal 2014 al 2017, lo Stato Islamico è stato dichiarato sconfitto militarmente sette mesi fa, dopo una battaglia durata mesi e conclusasi nella piana siriana di Baghuz, vicina alla frontiera con l’Iraq. Contro Daesh si era costituito un gruppo eterogeneo di forze militari: la Coalizione internazionale anti-Isis a guida statunitense, ma anche le forze curdo-siriane sulla riva est dell’Eufrate, le forze governative irachene lungo il confine tra i due paesi, le forze siriane sostenute da Teheran e Mosca, le milizie filo-iraniane. "I vertici dell’Isis assediati a Baghuz – spiega una delle fonti – sono riusciti a fuggire nel vicino Iraq grazie alla connivenza delle comunità locali ma anche sfruttando accordi sotto banco con le forze curdo-siriane".

Dopo la capitolazione del gruppo estremista islamico di Baghuz, "l’Isis si è riorganizzato lungo l’Eufrate. Siamo di fronte a un vero e proprio revival dell’insurrezione jihadista su entrambe le sponde del fiume. E l’epicentro è la zona di Dayr az Zor". La città è sotto il controllo delle forze russe e governative siriane, mentre le campagne a est e i ricchi giacimenti petroliferi sono in mano ai curdi e agli americani. In queste zone, dichiarano le fonti all'Ansa, "ci sono numerose località dove le popolazioni arabe sono vessate dalla presenza militare e politica curda, ostile alle comunità arabe, e dalle continue ingerenze dei soldati americani. Ci sono continui rastrellamenti alla ricerca di esponenti dell’Isis, vengono arrestati uomini di tutte le età in maniera indiscriminata". Ciò avviene in un "contesto di diffusa mancanza di servizi essenziali alle persone, come acqua, elettricità, medicine. La gente non si sente rappresentata dai curdi e dagli altri attori stranieri. L’Isis rimane alla finestra, nelle campagne, cooptando manovalanza locale, conduce azioni mirate, uccidendo chiunque collabori con i curdi e gli americani".

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