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Marc, guarito dal Coronavirus dopo 90 giorni: “Ero sano, ora vivo su una sedia a rotelle”

La storia di Marc, 34enne catalano, dimesso pochi giorni fa dall’ospedale universitario Parc Taulí di Sabadell dove è stato ricoverato per circa tre mesi a causa del Coronavirus. Dopo i primi sintomi e la positività confermata dal tampone, ha sviluppato “una polmonite che mi ha causato una tromboembolia polmonare e due arresti cardiaci. Ho rischiato di morire”. Ora è costretto a vivere su una sedia a rotelle e a parlare a malapena. L’appello ai più giovani: “Questa malattia non è uno scherzo, proteggetevi”.
A cura di Ida Artiaco
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"Questa malattia non è uno scherzo, io ero sanissimo ma ora ho segni indelebili, che porterò per tutta la vita". Marc è un ragazzo spagnolo di 34 anni, guarito dal Coronavirus dopo ben 90 giorni, 60 dei quali trascorsi nel reparto di terapia intensiva. Nelle scorse ore è stato dimesso dall'ospedale universitario Parc Taulí di Sabadell, in Catalogna, che ha dato a lui la possibilità di lanciare un appello a tutti coloro, soprattutto giovani, che sottovalutano le conseguenze dell'infezione da Sars-CoV-2: "Mi rivolgo a tutti: il Covid non è una patologia che colpisce solo gli anziani, cercate di essere responsabili e proteggetevi", ha detto in un video condiviso sui social network del nosocomio, ancora sofferente e col fiato corto.

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Marc ha raccontato che "i primi sintomi che ho avuto erano stati febbre e diarrea, mi hanno fatto subito il tampone ed ero positivo ma non stavo così male da dover essere ricoverato, così ero tornato a casa. In pochi giorni, però, la malattia ha avuto effetti devastanti: una polmonite mi ha causato una tromboembolia polmonare e due arresti cardiaci, eppure non avevo nessuna patologia pregressa. Ho rischiato di morire". Sono passati tre mesi da allora e solo negli ultimi giorni il 33enne è potuto uscire dalla terapia intensiva, seppure le sue condizioni non siano delle migliori. Oggi infatti Marc è costretto a stare su una sedia a rotelle e riesce a parlare a fatica. Per questo, lo attende un duro e lungo periodo di riabilitazione, che durerà secondo i medici almeno un anno, senza neanche la certezza totale di poter tornare a vivere la stessa vita prima. "Ha riportato danni cerebrali – hanno sottolineato i sanitari che l'hanno curato -, non possiamo escludere che possa soffrire, per il resto della sua vita, di deficit motori o neurologici. Lo potremo dire con certezza solo più avanti". La sua storia ha commosso tutti e anche il ministro della Sanità, Alba Vergés, gli ha dedicato un tweet il giorno in cui è stato dimesso.

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