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L’Unione europea allargherà le sanzioni alla Bielorussia e a chi traffica illegalmente i migranti

Gli Stati dell’Ue hanno trovato un accordo per allargare le sanzioni alla Bielorussia. Intanto al confine la situazione si fa sempre più delicata, con migliaia di migranti bloccati nei boschi. E Charles Michel apre al finanziamento delle recinzioni di frontiera tramite il bilancio comune.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono migliaia i migranti bloccati al confine tra Polonia e Bielorussia. Tra loro anche diversi bambini, con le temperature che scendono a picco, poche scorte di acqua e cibo e zero assistenza umanitaria. La crisi che perdura ormai da giorni si fa sempre più delicata: ieri una cinquantina di persone sono state arrestate dai militari polacchi dopo essere riuscite a oltrepassare la frontiera e le tensioni continuano a salire con il passare delle ore. Nel frattempo gli Stati membri dell'Unione europea hanno trovato un accordo per allargare le restrizioni alla Bielorussia, accusata da Bruxelles di favorire il traffico illegale di profughi e strumentalizzare la crisi migratoria lungo la rotta orientale. Le Nazioni Unite, invece, hanno deciso di convocare per oggi un Consiglio di sicurezza straordinario per far fronte alla situazione.

La crisi con la Bielorussia e l'accordo sulle sanzioni

Ieri, durante una plenaria del Parlamento europeo con l'Alto rappresentante per gli affari esteri, Josep Borrell, gli eurodeputati in un comunicato hanno condannato "l'attuale tattica del regime dittatoriale bielorusso di incanalare i flussi di migranti verso le frontiere esterne dell'UE, aggravando la situazione con i paesi vicini, in particolare la Polonia, come rivalsa per le sanzioni dell'Unione europea". Borrell ha spiegato che al momento l'Unione europea sta trattando direttamente con i Paesi d'origine dei richiedenti asilo per evitare che i migranti si ritrovino in condizioni simili, sottolineando al tempo stesso che ora spetta alle autorità bielorusse fornire loro assistenza umanitaria, o almeno consentire l'accesso in quei territori alle Ong.

C'è l'accordo sul nuovo pacchetto di sanzioni contro Minsk e contro chiunque favorisca il traffico illegale dei migranti verso l'Unione europea. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, alcuni giorni fa in visita a Washington, aveva già annunciato un'estensione delle sanzioni contro la Bielorussia da parte dell'Ue e degli Stati Uniti. "Con il presidente Joe Biden bbiamo concordato che guarderemo alle possibilità di sanzionare quelle compagnie aeree che facilitano il traffico di esseri umani verso Minsk e il confine tra Bielorussia e l'Ue. È importante che il regime di Lukashenko capisca che pagherà per il suo comportamento".

Gli eurodeputati, oltre a puntare il dito contro Minsk hanno però anche esortato Varsavia a "porre fine ai continui respingimenti aggressivi dei migranti verso la Bielorussia ed accettare l'assistenza delle agenzie UE nella gestione della situazione umanitaria, deplorando che questo sostegno sia stato finora rifiutato". Alcuni parlamentari europei hanno poi chiesto di utilizzare i fondi comunitari per costruire una recinzione al confine "per proteggere i confini esterni dell'Unione da attraversamenti irregolari e attacchi ibridi". Questa idea è stata però fortemente respinta da altri deputati.

Il muro al confine con l'Unione europea

Su questo tema non c'è divisione solamente all'interno del Parlamento Ue, ma anche tra i vertici delle altre istituzioni comunitarie. Mentre Ursula von der Leyen ha sempre respinto la proposta di usare il bilancio comunitario per finanziare ad esempio il muro che la Polonia vuole costruire per impedire ai migranti di entrare nel suo territorio, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha aperto a questa possibilità.

"Al nostro ultimo Consiglio europeo abbiamo condannato e deciso di rispondere a questi attacchi. Abbiamo chiesto alla Commissione di proporre tutte le misure necessarie in linea con il diritto dell'Ue, gli obblighi internazionali e i diritti fondamentali. Abbiamo aperto il dibattito sul finanziamento da parte dell'Ue dell'infrastruttura fisica delle frontiere. Questa questione deve essere risolta rapidamente", ha detto in un discorso tenuto a Berlino sulla crisi con la Bielorussia.

Bisogna specificare che questo non significa che tutti i capi di Stato o di governo Ue siano sulla stessa linea sul tema. Proprio al termine del Consiglio europeo citato da Michel, infatti, Mario Draghi in conferenza stampa, aveva smentito che si fosse raggiunto un accordo per il finanziamento comunitario dei muri di confine. Il presidente del Consiglio aveva citato von der Leyen, che aveva detto chiaramente che "l'Ue non avrebbe pagato muri e recinzioni al confine", affermando: "E noi siamo d'accordo".

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