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Luise è stata uccisa a 12 anni da due coetanee per vendetta: si era ribellata al bullismo

Luise si era ribellata a degli atti di bullismo inflitti proprio dalle due presente assassine: per questo loro si sono vendicate uccidendola con 30 coltellate.
A cura di Davide Falcioni
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Luise, la bambina di 12 anni uccisa a coltellate da due amiche in un bosco vicino alla cittadina di Freudenberg, in Germania, avrebbe in precedenza subito atti di bullismo proprio dalle due adolescenti fermate dalla polizia tedesca e sospettate di aver commesso il delitto. A renderlo noto è la Bild, aggiungendo che con ogni probabilità la vittima aveva deciso di ribellarsi a quei soprusi e che per questa ragione si era rivolta a degli adulti, ai quali aveva chiesto aiuto. Secondo la polizia potrebbe essere stato proprio questo il movente dell'omicidio: le due amiche si sarebbero volute vendicare, ed è per questo che l'avrebbero uccisa. Le assassine avrebbero deciso di "farla pagare" a Luise per la sua decisione di non accettare più molestie e umiliazioni.

Luise uccisa con 30 coltellate

A commettere materialmente il delitto sarebbe stata in particolare una delle due, sua ex migliore amica nonché compagna di classe. L'adolescente sabato scorso avrebbe invitato Luise e un'altra coetanea a casa, le tre poi sarebbero uscite per fare una passeggiata in un bosco ed è lì che la ragazzina è stata uccisa con almeno trenta coltellate. I fendenti sarebbero stati sferrati prevalentemente da una delle due coetanee, mentre l'altra sarebbe stata costretta a partecipare al delitto. L'arma con cui Luise è stata uccisa non stata ancora ritrovata, ma gli inquirenti hanno fatto sapere che si tratta di un comunissimo coltello da cucina.

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Le due sospettate non sono incriminabili a causa della loro giovane età

Le presunte autrici del crimine hanno 12 e 13 anni, quindi ai sensi delle legge tedesca non sono penalmente responsabili del loro operato: le due ragazzine sono state momentaneamente allontanate dalle rispettive famiglie e collocate in strutture terapeutiche protette, da dove potrebbero avere contatti con i genitori solo al telefono. Secondo lo psichiatra infantile e adolescenziale Helmut Remschmidt, in casi come questo i giovani responsabili di gravi crimini possono continuare a seguire le lezioni scolastiche in strutture appositamente create, dalle quali – quando usciranno – non potranno tornare alle vecchie abitudini. È molto probabile che le famiglie saranno costrette a trasferirsi in altre città:  "Se non avvenisse, verrebbero costantemente prese di mira nella loro vecchia comunità".

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