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Covid 19

Lo studio sull’efficacia dell’ idrossiclorichina fondato su dati sospetti: l’accusa del Guardian

L’OMS e i governi di alcuni paesi avrebbero cambiato strategia sull’utilizzo dell’idrossiclorichina nella cura del covid-19 in seguito alla pubblicazione su The Lancet e il New England Journal of Medicine di studi che ne mettevano in dubbio l’efficacia. I dati per quegli studi sono stati forniti da una misteriosa società che annovera, tra i suoi dipendenti, una modella porno e un autore fantasy.
A cura di Davide Falcioni
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L'Organizzazione Mondiale della Sanità e i governi di alcuni paesi avrebbero cambiato strategia sull'utilizzo dell'idrossiclorichina nella cura del covid-19 in seguito alla pubblicazione su The Lancet e il New England Journal of Medicine di studi che ne mettevano in dubbio l'efficacia e che addirittura attribuivano al farmaco – un antimalarico scoperto un secolo fa – una mortalità più alta tra i pazienti positivi al coronavirus. Ebbene, sulla natura di quegli studi il quotidiano britannico The Guardian ha voluto vederci chiaro ed ha pubblicato un'inchiesta mettendo nel mirino Surgisphere, una piccola azienda con base a Chicago che ha fornito dati ai ricercatori ma che, tra i suoi pochi dipendenti, annovera figure che sembrano non avere molto a che fare con il mondo della scienza: una modella porno e un autore di fantascienza. Dopo la pubblicazione dell’inchiesta giornalistica, sia  The Lancet che il New England Journal of Medicine hanno pubblicato delle note che mettono in allerta i lettori, e che potrebbero portare al ritiro della pubblicazione, mentre il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato di voler riprendere gli studi sul farmaco.

Secondo l'inchiesta giornalistica del Guarduan la Surgisphere, società statunitense, avrebbe fornito dati per la ricerca sull'idrossiclorichina interpellando un migliaio di ospedali di tutto il mondo; l'azienda, con sede a Chicago, disporrebbe però solo di una manciata di dipendenti e per di più con limitatissime conoscenze scientifiche: il loro "science editor", ad esempio, sarebbe un autore di fantascienza mentre una delle esperte di marketing è una modella porno. Il link "come contattarci" sul sito della Surgisphere conduceva, fino allo scorso lunedì, alla pagina di un sito di criptomonete: e questo, scrive il Guardian, pone seri interrogativi su come tanti ospedali in tutto il mondo possano essere riusciti a entrare in contatto rapidamente con l’azienda.

A insospettire il Guardian è stato il dato relativo ai decessi in Australia. Negli studi Surgisphere si riferiva a dati di "5 ospedali, su 600 pazienti, 73 dei quali deceduti". Fino al 21 aprile, data finale dello studio, i morti in Australia erano solo 67, secondo il report della Johns Hopkins University. Il Guardian ha quindi contattato cinque ospedali di Melbourne e due di Sydney, nessuno dei quali aveva mai sentito parlare di Surgisphere. Il sospetto è quindi quello che la società statunitense abbia fornito dati sbagliati alterando il risultato degli studi condotti sull'idrossiclorochina.

Alla luce di quanto emerso l'autorevole rivista scientifica The Lancet in un comunicato del 2 giugno ha scritto che “sono stati sollevati importanti quesiti scientifici riguardo ai dati riportati nell’articolo (sull'idrossiclorochina). Anche se è stato commissionato dagli autori non affiliati a Surgisphere un controllo indipendente sulla provenienza e la validità di questi dati – controllo che è in corso e i cui risultati sono attesi a breve – abbiamo voluto esprimere la nostra preoccupazione per avvisare i lettori che sono stati portati alla nostra attenzione seri interrogativi scientifici”. Lo studio sull'impiego dell'idrossiclorochina sui malati di covid-19 era stato pubblicato il 22 maggio.

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