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Proteste in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Le attiviste dopo la morte di Mahsa Amini: “Popolo iraniano chiede fine violazione dei diritti umani”

Continuano le proteste in Iran dopo la morte in seguito a un arresto della 22enne Mahsa Amini. “Le proteste ora non riguardano solo Mahsa: gli iraniani chiedono che i diritti fondamentali di un popolo cessino di essere violati”, spiega a Fanpage.it l’organizzazione no profit Iran Human Rights.
Intervista a Jasmin Ramsey
Vicedirettrice del Centro per i diritti umani in Iran (CHRI)
A cura di Chiara Ammendola
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Non si fermano le proteste in Iran, iniziate dopo la morte in seguito a un arresto della 22enne Mahsa Amini, fermata dalla polizia perché accusata di non indossare correttamente l'hijab. Le città coinvolte sono almeno 50: strade affollate di persone che chiedono giustizia e verità sulla morte di Mahsa ma soprattutto la fine della violazione dei diritti civili da parte del governo iraniano.

Durante la repressione violenta da parte delle forze di sicurezza iraniane nei confronti dei cittadini sarebbero morte più di 30 persone: “Le proteste ora non riguardano più solo la morte di Mahsa, o la legge statale sull'hijab forzato: il popolo iraniano chiede che il governo venga finalmente punito per quanto fatto finora e che i diritti fondamentali di un popolo cessino di essere violati. A spiegarlo a Fanpage.it è Jasmin Ramsey, vicedirettrice del Centro per i diritti umani in Iran (CHRI), organizzazione di advocacy senza scopo di lucro con sede a New York.

Cosa sta succedendo in Iran?
Le proteste sono iniziate in Iran dopo la morte della 22enne Mahsa Amini, arrestata perché accusata di indossare il suo hijab in maniera inappropriata. Inizialmente circoscritte alla città di Teheran, le proteste sono arrivate in più di 50 città e ora non riguardano solo quello che è accaduto a Mahsa, o la legge statale sull'hijab forzato. Il popolo iraniano chiede la fine della crisi di impunità nel governo e che i diritti fondamentali di un popolo cessino di essere violati.

Cosa significa per una donna vivere in Iran?
Le donne in Iran sono tra le più istruite del Medio Oriente, eppure sono trattate come cittadine di serie B sia nelle leggi che attraverso le politiche statali. Le donne sono il centro di queste proteste, che fanno parte dell'evoluzione del movimento di protesta iraniano che è cresciuto molto negli ultimi sei anni.

Non è la prima volta che in Iran scoppiano proteste contro l'ayatollah Ali Khamenei
È sempre più frequente ascoltare i cosiddetti canti di "morte al dittatore" o "morte a Khamenei" durante le proteste iraniane: indicano rabbia per lo stato della nazione, di cui Khamenei è il funzionario più potente. Il governo iraniano ha ignorato o tentato violentemente di reprimere le richieste del popolo, motivo per cui la rabbia di chi scende in strada non fa che aumentare.

Che ruolo possono avere i paesi stranieri in questa nuova ondata di proteste?
Il governo iraniano ha interrotto l'accesso a Internet e inibito l'utilizzo dei telefoni in alcune zone del paese mentre i civili affrontano forze di sicurezza pesantemente armate. È molto importante mantenere i riflettori accesi sull'Iran e per i leader mondiali in Italia e non solo chiedere pubblicamente alle autorità di consentire la protesta senza che venga utilizzata la forza.

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