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Guerra in Ucraina

La ritirata da Kherson vista dalla tv russa: “Necessaria per preservare la vita dei nostri soldati”

Come la ritirata russa da Kherson è stata presentata sulla tv di Stato di Mosca: “Decisione difficile ma necessaria per preservare la vita dei soldati. È puramente militare, non c’è nulla di politico”.
A cura di Ida Artiaco
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"Il raggruppamento delle truppe annunciato a Kherson è stata una decisione difficile ma necessaria per preservare la vita dei nostri soldati". È stata presentata così nelle scorse ore sulla tv di Stato russa la ritirata dalla città chiave di Kherson, a Sud dell'Ucraina, uno dei maggiori insuccessi della guerra contro Kiev portata avanti dal Cremlino.

Secondo l'esperto Alexei Chadayev, intervenuto nel corso di una trasmissione andata in onda oggi, come segnala Francis Scarr, giornalista della BBC che monitora i media russi, "ho visto i commenti di molte persone secondo le quali dovremmo mantenere le nostre posizioni a ogni costo. Io credo invece che l'espressione a tutti i costi ci ha causato in passato talmente tanti morti che Dio ci proibisce ora di agire di nuovo all'interno di quella logica".

Chadayev ha continuato affermando che "la questione dei costi, soprattutto quando non si tratta di denaro o equipaggiamento ma delle vite dei nostri combattenti, è la questione più importante.
A questo proposito, credo che la priorità in questa situazione, soprattutto quando il nemico ha una superiorità numerica, dovrebbe essere ovviamente preservare i nostri combattenti, la nostra vita".

Nella serata di ieri si è parlato della questione di Kherson anche nel corso della trasmissione di Vladimir Solovyov, conduttore di punta della tv di Stato russa e filo-putiniano. Anche lui ha difeso la decisione "difficile" di ritirarsi da Kherson come puramente militare, in cui il presidente non c'entra nulla.

"Siete stati molto coraggiosi a prendere una decisione del genere – ha detto davanti ai suoi ospiti -. Il generale Surovikin capisce molto bene che sta agendo in qualità di militare. Nella storia del nostro Paese ci sono stati molti episodi dolorosi quando la leadership politica si è intromessa nel controllo dei processi militari, come nel 1941 quando Stalin, nonostante le raccomandazioni di Zhukov, ha respinto la soluzione militare appropriata di ritirare le truppe da Kiev e non difendere la città. Zhukov fu licenziato, fu nominato un nuovo comandante e alla fine portò all'accerchiamento di un massimo di 800.000 guerrieri sovietici, molti dei quali furono resi prigionieri. È stata quella una decisione politica e non militare".

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