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La Francia fornirà più gas alla Germania, Macron: “Siamo in guerra. Questo è un fatto”

Il presidente francese Macron: “Siamo in guerra. Questo è un fatto. L’energia è uno degli strumenti di guerra utilizzati dalla Russia e quindi dobbiamo assolutamente metterci nelle condizioni di produrre più rapidamente fonti alternative di energia elettrica”.
A cura di Davide Falcioni
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Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha annunciato oggi che la Francia fornirà gas alla Germania che – a sua volta – potrebbe ricambiare con energia elettrica, se la crisi energetica lo dovesse richiedere. "Stiamo per finalizzare gli allacciamenti gas per poter consegnare gas alla Germania se ci sarà bisogno di solidarietà", ha detto Macron parlando alla stampa dopo un colloquio in videoconferenza con il cancelliere Olaf Scholz aggiungendo che da parte sua la Germania "si metterà nelle condizioni di produrre più elettricità e di fornircela qualora ci fossero situazioni di picco della domanda".

Macron ha poi aggiunto: "Dobbiamo continuare ad avanzare a marcia forzata per produrre di più attraverso fonti alternative di energia. Per questo ho chiesto al governo di mettere a punto testi legislativi per consentire l'accelerazione della produzione di energie rinnovabili e nucleari. I nostri progetti sono troppo lenti. Sarò a Saint-Nazaire il prima possibile per inaugurare il parco eolico in mare", ha assicurato il Capo dello Stato, per poi ribadire: "Dobbiamo andare molto più veloci nella produzione di energie rinnovabili e semplificare drasticamente le cose. Siamo in guerra. Questo è un fatto. L'energia è uno degli strumenti di guerra utilizzati dalla Russia e quindi dobbiamo assolutamente metterci nelle condizioni di produrre più rapidamente fonti alternative di energia elettrica".

Dopo il nuovo stop del gasdotto Nord Stream 1 che collega la Russia alla Germania, e quindi all’Europa, è alta l’attenzione al tema degli stoccaggi nazionali di gas. La Germania ha fatto sapere di aver superato l’85% dei depositi, in anticipo rispetto alla data del primo ottobre stabilita dal regolamento tedesco. L’Italia, invece, ha superato l’83%, mentre l’Ue nel suo complesso ha oltrepassato l’80%. Cifre confermate anche dati di Gas Infrastructure Europe aggiornati al 4 settembre.

Come funziona il sistema di stoccaggio italiano

Il gas che stiamo stoccando viene incamerato in 13 ex pozzi di estrazione ora esauriti e situati prevalentemente nel Nord Italia (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna) e in Abruzzo. Si tratta di siti sotterranei collegati alla rete dei gasdotti; le riserve strategiche si possono utilizzare in stato di emergenza e la decisione spetta al comitato di emergenza gas del Mite.

Il sistema di depositi copre in tutto circa il 20% del fabbisogno annuale di gas dell’Italia che nel 2021 ha toccato i 76 miliardi di metri cubi. La durata delle riserve dipende dal consumo. Attualmente – come ricorda il Corriere – il nostro Paese ha un afflusso di gas pari a 192 milioni di metri cubi, di cui circa 25 milioni provenienti dalla Russia, che fino al 2021 era il nostro primo fornitore e ora è scivolata dopo l’Algeria e l’Azerbaijan. Nei mesi invernali, quando i riscaldamenti sono accesi, il consumo sale a 300-330 milioni di metri cubi al giorno toccando picchi di 400 milioni nei giorni di freddo eccezionale.

Considerando una media di 350 milioni di metri cubi, le riserve basterebbero per una quarantina di giorni, ma questo senza considerare gli altri flussi di gas che l’Italia ha. Il nostro Paese è uno di quelli che più hanno diversificato, riceve il metano anche dal Nord Europa attraverso Passo Gries in Piemonte, dall’Azerbaijan dal Tap in Puglia; in Sicilia a Mazara del Vallo arrivano i flussi dall’Algeria (oggi nostro primo fornitore) e a Gela arriva il gas della Libia.di di capacità ciascuna: la prima potrebbe essere operativa la prossima primavera, la seconda dal 2024.

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