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L'attacco della Turchia in Siria contro i curdi

Armi alla Turchia, anche la Germania dice basta. E l’Italia cosa aspetta?

Il governo tedesco ha deciso di bloccare la vendita di armi alla Turchia. L’embargo è stato annunciato dal Ministro degli Esteri Heiko Maas alla Bild am Sonntag. Il provvedimento – ha dichiarato – intende colpire l’operazione militare avviata da Ankara nel nord est della Siria contro i curdi. Nel 2018 Berlino ha venduto ad Ankara 240 milioni di euro di armamenti.
A cura di Davide Falcioni
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Il governo tedesco ha deciso di interrompere la vendita di armi alla Turchia. L'embargo è stato annunciato dal Ministro degli Esteri Heiko Maas alla Bild am Sonntag. Il provvedimento – ha dichiarato – intende colpire l’operazione militare avviata da Ankara nel nord est della Siria. Nel 2018, la Germania ha venduto alla Turchia armi per un totale di 240 milioni di euro, meno di quante ne abbia vendute l'Italia (366 milioni di euro). Il nostro paese non ha ancora sospeso la fornitura di armamenti alla Turchia.

La decisione del governo tedesco arriva all'indomani di quella dell'esecutivo olandese: il  vicepremier Hugo de Jonge, infatti, ha annunciato ieri pomeriggio l‘embargo di armamenti alla Turchia finché continueranno gli attacchi delle forze armate di Ankara alle popolazioni curde. Nella specifico, i Paesi Bassi fornivano finora singoli componenti per sistemi d'arma alla Turchia, per un volume d'affari complessivo che l'anno scorso ha raggiunto i 29 milioni di euro.

L'iniziativa olandese non è dunque rimasta isolata. Oltre all'analoga decisione della Germania il ministro degli Esteri svedese Ann Linde ha infatti annunciato ieri l'intenzione di proporre al parlamento la sospensione della vendita di armi alla Turchia: "Pensiamo che ciò che la Turchia sta facendo sia un'escalation della violenza in Siria,  un crimine contro il diritto internazionale e un'azione militare ingiustificabile. I curdi pagheranno un prezzo elevato, invece dovremmo ringraziarli per il loro contributo alla lotta contro lo Stato Islamico". Anche il governo norvegese e quello danese hanno annunciato l'intenzione di sospendere la vendita di armi ad Ankara, mentre gli Stati Uniti hanno spiegato di essere pronti a sanzionare economicamente la Turchia.

Nel frattempo il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, ha definito l’operazione militare turca nel nord-est della Siria “un’invasione di uno Stato arabo e un’aggressione alla sua sovranità”. Alla fine della riunione d’urgenza convocata al Cairo, la Lega Araba ha chiesto alla Turchia di fermare l’aggressione. I ministri degli Esteri dei Paesi della Lega Araba hanno poi deciso di assumere “misure urgenti per far fronte all’aggressione turca contro la Siria”, comprese la riduzione delle relazioni diplomatiche, la cessazione della cooperazione militare e la revisione delle relazioni economiche.

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