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In Ungheria prima di abortire sarà obbligatorio ascoltare il battito cardiaco del feto

Da giovedì 15 settembre, le donne ungheresi saranno costrette ad ascoltare il battito cardiaco del feto prima di abortire. Si tratta di una nuova stretta sull’interruzione di gravidanza.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il premier ungherese, Viktor Orban, durante il suo intervento al Parlamento europeo
Il premier ungherese, Viktor Orban, durante il suo intervento al Parlamento europeo

Il governo ungherese ha approvato una nuova spaventosa stretta sull'aborto: da giovedì 15 agosto, le donne che vorranno interrompere una gravidanza saranno obbligate ad ascoltare prima il battito cardiaco del feto, o più in generale a osservare un segno delle sue funzioni vitali. I medici chiamati ad operare dovranno sottoporre obbligatoriamente le pazienti alla pratica e produrre un documento che attesti l'esecuzione del decreto. Senza il foglio firmato, la paziente non potrà continuare il suo percorso verso l'aborto.

In Ungheria l'interruzione di gravidanza può essere richiesta entro le 12 settimane ed è severamente regolamentata da leggi che vi impediscono quasi completamente l'accesso: il nuovo decreto è stato definito dalla divisione locale di Amnesty International "un preoccupante passo indietro". A sostenere il provvedimento, l'estrema destra ungherese. In prima fila vi è Dora Duro, che ha commentato la notizia su Facebook sottolineando che "tutto questo servirà a fare informazione sull'impatto dell'interruzione di gravidanza".

Il decreto è stato accolto favorevolmente dal governo populista di destra di Viktor Orbàn, che dal 2010 non ha fatto altro che rendere ancora più difficile l'accesso all'aborto per le donne del suo Paese. L'interruzione medicalmente assistita è attualmente prevista solo in caso di gravidanza in conseguenza di violenza sessuale, pericolo per la salute della donna, embrione con disabilità fisica o situazione sociale incompatibile con la crescita di un bambino.

Secondo il leader, l'accesso all'aborto "sarebbe alla base di un calo delle nascite nel Paese" che preoccupa il governo. Per questo motivo, per incentivare la popolazione ad avere figli aveva anche introdotto nel 2019 un provvedimento che esentava le donne con più di 4 figli dal pagamento delle tasse.

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