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Covid 19

In Nuova Zelanda due nuovi casi di Coronavirus dopo 24 giorni: “Colpa di due donne inglesi”

Dopo 24 giorni in cui non è stato registrato nessun caso di Coronavirus, la Nuova Zelanda non è più Covid-free: due donne, arrivate dal Regno Unito per visitare un parente in fin di vita, sono state sottoposte a tampone, che ha dato esito positivo. Tutte le persone che potrebbero essere state a contatto con loro, comprese quelle che viaggiavano sui loro aerei, saranno contattate.
A cura di Ida Artiaco
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La Nuova Zelanda non è più Covid-free: dopo 24 giorni, infatti, sull'isola nel cuore del Pacifico sono stati registrati due nuovi casi di soggetti positivi al Coronavirus. Una notizia non proprio positiva per questo Paese di poco più di cinque milioni di abitanti che era riuscito letteralmente a schiacciare la curva dei contagi dopo qualche settimana di lockdown. Le infette sono due donne, tra i 30 e i 40 anni d'età, con passaporto britannico, che erano arrivate in Nuova Zelanda dal Regno Unito lo scorso 7 giugno, due giorni prima che il governo locale allentasse le ultime misure restrittive dopo la guarigione dell'ultimo paziente. Unica eccezione: il divieto all’arrivo di persone dall’estero, tranne che in rare eccezioni, come nel caso delle due inglesi, a cui era stato concesso di viaggiare in Nuova Zelanda per visitare un parente in fin di vita.

Così, subito dopo il loro arrivo, si erano messe in quarantena in un hotel di Auckland, come prevede la normativa del paese. Nel frattempo il loro parente era morto e il 13 giugno, a sei giorni dal loro arrivo, avevano ricevuto il permesso di andare a Wellington, dove si sarebbe tenuto il funerale. Ma lunedì 15 sono state sottoposte a tampone, che ha dato esito positivo. Solo una delle due donne ha detto che nei giorni precedenti aveva mostrato alcuni sintomi riconducibili alla Covid-19, ma che li aveva attribuiti a una malattia di cui soffre da tempo. Al momento non sarebbe scattato ancora nessun allarme: le due, infatti, come riferiscono le autorità locali, tra le due città neozelandesi hanno viaggiato con un mezzo privato e una volta arrivate al funerale sono state in contatto con un solo familiare, che è stato messo in quarantena. Tuttavia, tutte le persone che potrebbero essere state a contatto con loro, comprese quelle che viaggiavano sui loro aerei e quelle che si trovavano nell’hotel di Auckland in cui erano in isolamento, saranno contattate e sottoposte al test per evitare una seconda ondata di contagi.

In Nuova Zelanda, dalla fine dello scorso febbraio, sono stati registrati 1.504 casi di Coronavirus e 22 decessi, di cui la maggior parte riconducibili alle residenze e case di cura per anziani. Il 25 marzo il governo guidato da Jacinda Ardern aveva deciso di dichiarare il lockdown e di chiudere il Paese per quattro settimane, richiedendo che la maggior parte dei neozelandesi rimanesse a casa, prima di allentare gradualmente le restrizioni. L'approccio scelto aveva funzionato ma proprio la premier, nel proclamare il Paese Covid-free lo scorso 8 giugno aveva avvertito: "Quasi certamente avremo altri casi, ma questo non significherà che abbiamo fallito, fa parte della natura della malattia". E così è stato.

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