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Il mistero delle 2,5 tonnellate di uranio sparite nel nulla (e poi ritrovate) in Libia

L’AIEA ha segnalato che circa 2,5 tonnellate di uranio naturale sono sparite da un sito di stoccaggio in Libia: “Potenziali rischio radiologico e nucleare”. I dieci barili sono stati poi ritrovati in una località non ben definita.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo l'allarme scattato nella giornata di ieri da parte dell'AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica) circa la sparizione di 2,5 tonnellate di uranio naturale da un sito di stoccaggio in Libia, è arrivata la notizia del ritrovamento dell'uranio disperso.

Tutto è iniziato durante una visita effettuata martedì scorso dagli ispettori dell'agenzia delle Nazioni Unite che "hanno scoperto che 10 container con circa 2,5 tonnellate di uranio naturale sotto forma di concentrato di uranio (yellowcake) non erano più dove le autorità avevano dichiarato che fossero", ha scritto il direttore generale Rafael Grossi in un rapporto agli Stati membri.

L'Aiea, attraverso una nota firmata dal direttore generale Rafael Grossi, ha immediatamente annunciato verifiche "aggiuntive" per "chiarire le circostanze della scomparsa del materiale nucleare e la sua localizzazione attuale". L'agenzia ha poi aggiunto che la mancata conoscenza sull'ubicazione di un così ingente quantitativo di materiale nucleare costituisce non solo un rischio radiologico, ma anche la possibilità di problemi di sicurezza, visto che lo stoccaggio di uranio necessita di una "logistica complessa".

Raphael Grossi, AIEA
Raphael Grossi, AIEA

Giovedì pomeriggio l'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar ha reso noto che i barili di uranio scomparsi sono stati ritrovati "in una località che non dista più di cinque chilometri dal suo deposito, in direzione del confine con il Ciad".

La Libia ha rinunciato al suo programma di realizzazione di armi nucleari, chimiche e biologiche nel 2003, sotto il governo di Muammar Gheddafi, che condusse serrate trattative con i leader di Stati Uniti e Regno Unito. In precedenza infatti il regime di Tripoli aveva ottenuto centrifughe in grado di arricchire l'uranio e informazioni sulla progettazione di una bomba nucleare, elementi che costituivano un potenziale problema di sicurezza sebbene il Paese non fosse all'epoca ancora dotato delle tecnologie necessarie per realizzate una bomba atomica.

Dall'insurrezione sostenuta dalla NATO e dalla caduta di Gheddafi del 2011, la Libia è stata afflitta da ripetute crisi politiche con milizie locali in perenne conflitto armato e sostenute da potenze straniere. Il controllo politico nel Paese oggi rimane diviso tra un governo provvisorio nella capitale Tripoli a ovest e un altro, a est, sostenuto da Khalifa Haftar.

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