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Terremoto in Turchia e Siria

Il trauma dei bimbi in Turchia e Siria: terrorizzati dalle scosse che hanno sconvolto la loro vita

Secondo uno dei portavoce Unicef è fondamentale che i bambini tornino a scuola il prima possibile, “perché questo dà loro quella speranza per il futuro e dà loro la sensazione che ci sia qualcosa di meglio in arrivo”.
A cura di Antonio Palma
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La città di Hatay, in Turchia dopo il terremoto
La città di Hatay, in Turchia dopo il terremoto
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Ansia, angoscia, inquietudine e paura costante di nuove scosse di terremoto che possano sconvolgere ancora una volta la loro esistenza, già precaria. È il trauma che stanno vivendo i bambini scampati al terremoto in Turchia e Siria dopo migliaia di scosse si assestamento, anche pesanti, seguite al sisma principale che ha causato oltre 52mila morti tra i due Paesi e milioni di sfollati. A ricordarlo è Joe English, portavoce dell'Unicef che ha espresso grandi preoccupazione per l'impatto emotivo di questo terremoto sui bambini.

Durante la sua visita in Turchia e Siria, il portavoce Unicef ha detto di essere rimasto colpito e impressionato dall'entità dei danni causati dal terremoto come edifici completamente rasi al suolo e squarciati a metà, ma soprattutto dalle condizioni dei piccoli che sono stati catapultati improvvisamente in un mondo fatto di precarietà perenne e giornate spesso da riempire.

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Per questo, secondo Joe English, è "fondamentale" che i bambini tornino a scuola il prima possibile, "perché questo dà loro quella speranza per il futuro e dà loro la sensazione che ci sia qualcosa di meglio in arrivo". Una necessità ancora più impellente per piccoli siriani colpiti dal terremoto. Per loro infatti il sisma si è aggiunto alle sofferenze già esistenti e che devono sopportare ormai da anni.

Per moltissimi di loro è stato l’ennesimo disastro che li ha costretti a lasciare le case e a ritornare nei campi profughi in una esistenza sempre più precaria. In Siria infatti ci stiamo avvicinando ai 12 anni di conflitto e ci son ragazzini che hanno vissuto continuamente nel terrore di dover lasciare le loro case.

Edifici crollati a Jinderis, in Siria
Edifici crollati a Jinderis, in Siria

"È davvero scoraggiante che dopo aver sopportato anni di guerra e disastri naturali, un semplice bicchiere d'acqua possa ora rappresentare la più grande minaccia per la sicurezza e il benessere di questi bambini", ha lamentato English a Sky News Daily, riferendosi ai rischi della crisi idrica nel nord-ovest della Siria che i profughi devono sopportare.

“Molti dicono di voler fare il medico o l’ingegnere” ha detto English a Sky News Daily, aggiungendo: “Sembra un sogno molto specifico per un bambino. Ma poi ti guardi intorno e pensi che vogliano solo aiutare le persone che vedono ogni giorno intorno a loro".

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