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Il Parlamento europeo avvia il percorso per rivedere i trattati dell’Unione

Il Parlamento Ue ha avviato l’iter per attivare l’articolo 48 che regolamenta l’eventuale revisione dei trattati: è necessario per portare avanti le proposte della Conferenza sul futuro dell’Europa.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Parlamento europeo ha appena dato il via libera alla risoluzione che avvia il percorso di attivazione dell'articolo 48, per chiedere ai Paesi membri di aprire una Convenzione per rivedere i trattati dell'Ue. Si tratta di una svolta storica, che arriva alla fine del percorso della Conferenza sul futuro dell'Europa – che si concluderà definitivamente il 9 maggio con la cerimonia di chiusura – che nell'ultimo anno ha raccolto proposte da parte di tutti i cittadini dell'Unione. La richiesta arrivata a gran voce – e rispecchiata praticamente in ogni proposta discussa e pervenuta alle istituzioni – è di mettere in atto una riforma profonda dell'Unione europea.

L'articolo 48 del Trattato sull'Unione Europea spiega tutto l'iter da seguire per la procedura di revisione ordinaria:

2. Il governo di qualsiasi Stato membro, il Parlamento europeo o la Commissione possono sottoporre al Consiglio progetti intesi a modificare i trattati. Tali progetti possono, tra l'altro, essere intesi ad accrescere o a ridurre le competenze attribuite all'Unione nei trattati. Tali progetti sono trasmessi dal Consiglio al Consiglio europeo e notificati ai parlamenti nazionali.

3. Qualora il Consiglio europeo, previa consultazione del Parlamento europeo e della Commissione, adotti a maggioranza semplice una decisione favorevole all'esame delle modifiche proposte, il presidente del Consiglio europeo convoca una convenzione composta da rappresentanti dei parlamenti nazionali, dei capi di Stato o di governo degli Stati membri, del Parlamento europeo e della Commissione. In caso di modifiche istituzionali nel settore monetario, è consultata anche la Banca centrale europea. La convenzione esamina i progetti di modifica e adotta per consenso una raccomandazione a una conferenza dei rappresentanti dei governi degli Stati membri quale prevista al paragrafo 4. Il Consiglio europeo può decidere a maggioranza semplice, previa approvazione del Parlamento europeo, di non convocare una convenzione qualora l'entità delle modifiche non lo giustifichi. In questo caso, il Consiglio europeo definisce il mandato per una conferenza dei rappresentanti dei governi degli Stati membri.

4. Una conferenza dei rappresentanti dei governi degli Stati membri è convocata dal presidente del Consiglio allo scopo di stabilire di comune accordo le modifiche da apportare ai trattati. Le modifiche entrano in vigore dopo essere state ratificate da tutti gli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali.

5. Qualora, al termine di un periodo di due anni a decorrere dalla firma di un trattato che modifica i trattati, i quattro quinti degli Stati membri abbiano ratificato detto trattato e uno o più Stati membri abbiano incontrato difficoltà nelle procedure di ratifica, la questione è deferita al Consiglio europeo.

Con il voto di oggi, intanto, la palla passa alla commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo, che formulerà la richiesta di attivare l'articolo 48. Richiesta che poi dovrà passare nuovamente per la plenaria. Nel testo della risoluzione approvata oggi, gli eurodeputati riconoscono che le "proposte ambiziose e costruttive" emerse dalla Conferenza sul futuro dell'Europa richiedono riforme sostanziali, come il conferimento del diritto di iniziativa legislativa al Parlamento europeo e l'abolizione dell'unanimità in seno al Consiglio.

Molti altri interventi richiesti hanno bisogno di una revisione dei trattati, ad esempio "la semplificazione dell'architettura istituzionale dell'Ue, una maggiore trasparenza e rendicontabilità del processo decisionale e una nuova riflessione sulle competenze dell'Unione". Nella risoluzione si chiede anche la "piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e che l'Unione dia prova di leadership nella lotta ai cambiamenti climatici, nella tutela della biodiversità e nella promozione della sostenibilità".

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